Indonesia, proteste a Giacarta: musulmani chiedono arresto del governatore cristiano accusato di blasfemia

  • A Giacarta in Indonesia 200 mila persone sono scese in piazza per chiedere l’arresto del governatore della capitale indonesiana accusato di blasfemia. Primo governatore non musulmano da mezzo secolo, cristiano e di etnia cinese, Basuki Tjahaja Purnama, popolarmente conosciuto come Ahok, è stato accusato da estremisti islamici di aver insultato l’Islam in in discorso in cui ha citato un verso del Corano. È indagato, non può lasciare il paese e verrà processato ma non è stato fermato. I gruppi islamisti più conservatori chiedono il suo arresto (Reuters)

  • L’episodio che gli viene contestato riguarda una frase pronunciata in un comizio elettorale nel mese di settembre. In quella occasione Ahok avrebbe contestato l’interpretazione di alcuni ulema (teologi islamici) di un versetto del Corano, che vieterebbe ai non musulmani il diritto di voto. Migliaia di poliziotti hanno sorvegliato la manifestazione per evitare incidenti, dopo che a novembre in un’analoga protesta si era registrato un morto. L’Indonesia è il più popoloso Paese musulmano al mondo: l’88 per cento dei suoi 250 milioni di abitanti sono musulmani, il resto della popolazione è cristiana, buddista o induista. La Costituzione tutela la libertà di culto. (Ap)

  • Negli ultimi mesi si sono verificati però alcuno episodi di intolleranza e attacchi alle minoranze.

  • Il governatore Ahok è in corsa per la rielezione, a febbraio: popolarissimo, era in testa ai sondaggi prima che scoppiasse la polemica e godeva soprattutto dell’appoggio di Widodo e del suo Partito Democratico dell’Indonesia per la Lotta.

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