Milano, 1 dicembre 2016 - 12:50

Basta con la mano alzata in classe: «Scoraggia gli studenti timidi»

Una scuola inglese «mette al bando» le mani alzate in classe: «metodo senza utilità pedagogica». Il preside: «Sono sempre gli stessi a rispondere». I genitori contrari: «Un bravo insegnante sa come coinvolgere i ragazzi»

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Alzare la mano? È un metodo antiquato e non ha più utilità pedagogica. La decisione è stata presa nella Samworth Church Academy School di Mansfield dal preside Barry Found, che con una lettera ai genitori ha annunciato che i suoi insegnanti avrebbero cominciato a utilizzare altri metodi. «Abbiamo deciso di tentare qualcosa di nuovo - ha scritto - perché abbiamo constatato che sono sempre le stesse le mani che si alzano quando un insegnante fa una domanda. Non ci sembra un modo soddisfacente per aiutare e incoraggiare tutti i ragazzi all’apprendimento». In questo liceo del Nottinghamshire, così, si alzano le mani solo per creare il silenzio – il preside nella lettera assicura che «i ragazzi hanno appreso questa tecnica molto bene e sono molto bravi» – mentre nelle discussioni in classe e durante le lezioni il contributo degli studenti sarà deciso in altre maniere.

Creatività

Spetterà ai singoli insegnanti scegliere come a seconda della classe che si ritrovano – complessivamente solo 1062 gli allievi dell’Academy - ma le opzioni ci sono: possono chiedere a uno studente di nominarne un altro, estrarre a sorte i nomi, eccetera. Servirà un po’ di creatività. L’importante, sottolinea Found, è che «ogni studente si senta stimolato e abbia la possibilità di contribuire e partecipare».

Meglio liberi

L’iniziativa non è piaciuta a tutti. Fuori dalla scuola c’è qualche perplessità. Lucinda King, che ha un figlio a Samworth, ha sottolineato al Times che il figlio è dispiaciuto. «Ha paura di essere scelto a caso quando non sa la risposta giusta ed è amareggiato di non potersi fare avanti quando è preparato». Rob Illingworh, prof di lingue che è anche membro del comitato dell’ordine nazionale degli insegnanti, ricorda che un bravo insegnante tenta comunque di chiedere a studenti diversi di contribuire alle lezioni. Poter alzare la mano, aggiunge, per tanti adolescenti è una motivazione. «Ci sono ragazzi cui piace mettersi in mostra e altri che sono più timidi. L’insegnante lo sa e cerca di coinvolgere anche quelli che sono meno inclini a parlare. Non mi piace l’idea di imporre una regola che valga per tutti. L’insegnante deve essere libero di fare il proprio lavoro».

Coinvolgimento

In realtà il coinvolgimento dei ragazzi è un tema caldo dell’insegnamento, in Gran Bretagna così come in altri paesi. Chi non parla non lo fa solo per impreparazione, ma anche per timidezza. Sono tanti gli studenti che avrebbero qualcosa da dire eppure non osano e si nascondono dietro le mani alzate degli altri.

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