Milano, 28 novembre 2016 - 07:51

Agli Oh bej oh bej la statuina-avatar per diventare personaggi del presepe

In vendita riproduzioni di se stessi in versione nanetto o personaggio della Natività. Ma l’alter ego digitale può essere anche manichino per acquisti online o comparsa nei film

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Un tempo, neanche lontanissimo, alla fiera degli Oh bej oh bej i bambini sgranavano gli occhi di fronte a quei pupazzi di legno che si muovevano grazie a un sistema di calamite che — finché funzionava — offriva risultati sorprendenti. Quest’anno, in occasione della fiera di Sant’Ambrogio, sarà possibile tornare a casa con un avatar tridimensionale di se stessi in diversi formati e con diverse funzioni: dalla statuina da presepe al nano da giardino con le proprie sembianze, fino a una serie di usi ludici o commerciali.

Tutto questo non si troverà tra le bancarelle, ma nel negozio «Foto In» di piazzale Cadorna dove, dal 7 dicembre due ingegneri fiorentini allestiranno un «avatar point» in grado di scannerizzare e riprodurre una persona. «Con i nostri sistemi di scansione creiamo un alter ego digitale in tre dimensioni». Per farne che? «Dalla creazione di statuine, copie fedeli della persona fotografata, fino a impieghi pratici — spiega Davide Brocchi, uno dei due inventori — come l’acquisto di abbigliamento o la sostituzione di qualcuno in ambienti virtuali come videoconferenze, film o videogiochi». In sostanza, dopo essersi sottoposti agli scanner di MyPersonal3D, la start up specializzata in «acquisizione tridimensionale di corpi umani», si può ottenere una statuina che riproduce se stessi (costo: dai 75 euro per quella alta 5 centimetri fino ai 669 per il «nanetto» da 35 centimetri).

Ma soprattutto, sottolineano i creatori, «l’avatar digitale è destinato a essere uno strumento prezioso per diversi campi della vita quotidiana». L’esempio più immediato è quello degli acquisti online, che già sta prendendo — appunto — «piede» nel settore delle calzature, «ma che è in fase di sperimentazione anche da parte di grandi catene di abbigliamento», spiega ancora Brocchi. Cioè: «Il cliente viene scannerizzato una volta e da quel momento diventa un manichino virtuale per la prova dei suoi vestiti prima dell’acquisto, senza più doversi spogliare o senza neanche andare in negozio».

Ma c’è di più: gli avatar possono anche essere animati, sono possibili infiniti utilizzi: scientifici o ludici. «Si potrà valutare una prestazione sportiva o diventare comparsa virtuale di un film». Unico limite: non cercate di mandare l’avatar al lavoro al posto vostro.

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