Milano, 2 dicembre 2016 - 07:39

Meningite alla Statale di Milano: «Vaccino per la cerchia di Flavia»

Le analisi: «È un ceppo unico». Avviate le misure di prevenzione per chi è entrato in contatto con Flavia Roncalli, la 24enne studentessa di Chimica morta martedì per meningite. Pronta la misura d’emergenza: un vaccino di massa

Flavia Roncalli, la 24enne studentessa di Chimica morta martedì per meningite Flavia Roncalli, la 24enne studentessa di Chimica morta martedì per meningite
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I laboratori del dipartimento di chimica; un convegno universitario; il lavoretto dietro al banco merchandising della sala concerti jazz Blue Note; la palestra dove si esercitava tra aerobica e pole dance; il lettino dello studio di un tatuatore; le aule di un corso di scrittura creativa. Studio e tatuaggi, ginnastica e musica, penna e libri. La ricostruzione degli ultimi luoghi frequentati dalla studentessa della Statale Flavia Roncalli, morta martedì mattina per una meningite fulminante, oltre a confermare il carattere poliedrico della ragazza, è servita soprattutto per rintracciare le persone che hanno avuto contatti ravvicinati con lei, per fare scattare le misure di prevenzione anti-contagio avviate ieri dall’Ats (l’ex Asl). Flavia è la seconda studentessa della Statale colpita dal batterio killer negli ultimi quattro mesi, dopo Alessandra Covezzi, morta a luglio. Stessa età (24 anni), stessa facoltà, stesse aule frequentate tra gli edifici dell’ateneo tra via Golgi e via Venezian. Gli esiti degli esami sui campioni delle due ragazze, partiti mercoledì sera per Roma, destinazione l’Istituto superiore di sanità, avrebbero accertato che «si tratta di un ceppo unico»: il batterio killer sarebbe quindi lo stesso (di tipo C). Ora si valuta l’ipotesi di fare scattare una misura senza precedenti: il vaccino per gli studenti entrati in contatto con Flavia, più probabilmente anche per altri frequentatori dei laboratori di Chimica.

I cinque vaccini contro la meningite
Vaccino anti-meningococco C

Giovedì alla Statale, è stata organizzata un’adunanza con i compagni di Flavia. Delle 146 persone che si sono presentate, dopo un rapido colloquio, una trentina sono stati rassicurati e mandati via senza profilassi, mentre altrettanti hanno dichiarato di essere già andati in farmacia per acquistare l’antibiotico Ciproxin 500. Gli altri circa 80 ragazzi hanno ritirato il farmaco. Numeri a cui vanno sommate le circa 30 persone interessate (i non studenti a contatto con Flavia negli altri luoghi) e che sono andate in via Statuto o all’ospedale di Niguarda. In totale sono 180 le persone controllate e 140 quelle sottoposte alle misure di precauzione, di cui 110 studenti: «Siamo riusciti a intercettare tutti quelli che hanno avuto rapporti con la ragazza» spiega Giorgio Ciconali, responsabile del servizio Igiene e sanità pubblica dell’Ats.

In realtà, qualche corto circuito c’è stato, legato soprattutto alle prime diagnosi divulgate dall’ospedale che avevano avallato l’ipotesi di una gastroenterite, comunicata all’ateneo e alla famiglia. Tanto da portare i vertici del dipartimento di Chimica, del comitato di facoltà di Scienze e del collegio didattico a scrivere un mail in cui si rassicurava: «Le autorità sanitarie hanno escluso qualsiasi possibilità di contagio non ritenendo necessario attuare una profilassi preventiva». La sintomatologia e il test sul «liquor» a Niguarda, risultato limpido, aveva fatto scartare l’ipotesi di meningite batterica. Solo l’intervento dell’Ats ha portato a un ulteriore test molecolare (Prc) che ha dato esito positivo. Dietrofront, mercoledì sera parte la procedura di profilassi. «Gli studenti del corso di Flavia sono stati immediatamente avvertiti a voce, via email o sulle chat di WhatsApp dai rappresentanti di istituto» spiega il direttore del dipartimento Francesco Demartin. Non senza qualche polemica di chi, ieri mattina, ha raggiunto l’aula G10 «solo grazie al passaparola». Dopo la morte di Alessandra, alla fine di luglio, erano state 40, questo, spiegano dall’ateneo, a causa dell’afflusso di persone a un convegno a cui Flavia aveva partecipato.

Venerdì mattina, intanto, si saprà se a uccidere Flavia è stata un meningococco di tipo «C», come Alessandra, oppure di tipo «B» per cui sono pronti nuovi vaccini. Si tratta delle due tipologie europee di meningite, mentre altri batteri hanno maggiori diffusioni in altre zone geografiche. «Gli antidoti sono i vaccini» dicevano ancora ieri gli esperti. O forse «il vaccino», alla Statale, già pronto per tutti gli alunni.

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