Milano, 28 novembre 2016 - 15:34

L’Ue apre le frontiere dell’ecommerce Via i blocchi e le discriminazioni
per un mercato unico digitale

Il Consiglio approva la proposta della Commissione di eliminare ogni forma di geoblocking tra i 28 Stati membri. Ma non su musica, film, ebook e app

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Non ci saranno più discriminazione grolocalizzate. Né blocchi o restrizioni. Il consiglio Ue sulla competitività ha approvato la proposta della Commissione di abbattere le frontiere dell’ecommerce, mettendo al bando tutte le pratiche di «geoblocking» e rendendo gli acquisti online liberi tra i 28 Paesi membri. Si potrà fare shopping su siti e portali diversi da quelli del proprio Paese e sarà impossibile bloccare i pagamenti a causa di carte di credito estere. Con le nuove regole i commercianti su internet non potranno più discriminare tra i consumatori sulla base della loro residenza su prezzi, offerte, termini e condizioni d’acquisto quando le merci - dai pacchetti vacanze all’abbigliamento - sono consegnate nel Paese dell’acquirente o dove d’accordo con l’acquirente, per servizi elettronici come cloud e web-hosting ma non quelli protetti da copyright, e servizi ricevuti dal consumatore nel Paese dove opera il commerciante, come hotel, eventi sportivi, biglietti per spettacoli o parchi d’attrazioni. L’accordo Ue dovrà ora essere negoziato con l’Europarlamento.

Un mercato unico digitale

La Commissione ha inviato la sua proposta al Consiglio e al Parlamento europeo il 25 maggio per portare a un passo successivo - 2.0 - il mercato unico dell’Unione. Un mercato unico digitale, quindi, che vuole rimuovere le barriere per la circolazione di merci e servizi anche online. «È un passo avanti importante nei negoziati», ha dichiarato il vicepresidente della Commissione Ue per il mercato unico digitale Andrus Ansip, «ora dobbiamo accelerare il lavoro con il Parlamento europeo per trovare un accordo sotto la presidenza maltese in arrivo» con l’obiettivo di avere «una tripla vittoria per i consumatori nel 2017» su geoblocking, roaming e accesso ai contenuti online degli abbonamenti dall’estero. Il primo rapporto è atteso per dicembre: a inizio 2017 la posizione finale sul tema. Solo a quel punto potranno iniziare i negoziati finali tra le tre istituzioni europee.

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