Milano, 2 dicembre 2016 - 09:34

Ok del Senato Usa alla proroga delle sanzioni. L’Iran: «Violato l’accordo sul nucleare»

La legge passa ora al presidente americano. Il monito di Teheran. E al Pentagono con Trump arriverà il falco Mattis, contrario all’intesa

Donald Trump e James Mattis (Getty) Donald Trump e James Mattis (Getty)
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Donald Trump non si è ancora insediato e già tornano a farsi sentire le tensioni tra Stati Uniti e Iran. Il Senato americano ha approvato una proroga di dieci anni alle sanzioni contro la Repubblica islamica: la legge prevede la possibilità di imporre restrizioni nei settori della Difesa, delle banche e dell’energia in caso di mancata applicazione dei termini dell’accordo sul nucleare faticosamente raggiunto nel 2015. Il testo passa ora all’approvazione del presidente uscente Barack Obama, che secondo i portavoce non considera il provvedimento necessario ma neanche una retromarcia sui patti.

L’accordo del 2015

L’intesa sulla rimozione delle sanzioni economiche in cambio della limitazione, sotto monitoraggio internazionale, del piano di sviluppo atomico di Teheran fu stipulata l’anno scorso dopo un lungo e delicato processo negoziale tra l’Iran e i Paesi del «5+1»: Usa, Regno Unito, Francia, Russia e Cina, più Germania. Per Obama, un risultato storico tra i maggiori successi della sua amministrazione. Per il repubblicano Trump, che l’ha più volte ribadito in campagna elettorale, un accordo pericoloso per la sicurezza globale, da cancellare.

La reazione iraniana

Subito dopo l’annuncio della proroga del Congresso, il Ministero degli Esteri iraniano ha definito la decisione «una violazione dell’accordo». Già lo scorso novembre, la Guida Suprema Ali Khamenei aveva ammonito che un’estensione avrebbe comportato possibili reazioni da parte iraniana. «Il governo americano è responsabile del rispetto degli impegni internazionali — dichiara ora il portavoce del Ministero in tv —. Il presidente Usa ha accettato di usare la propria autorità per prevenire certe misure».

«Cane pazzo» Mattis

E non è un segnale distensivo la nomina, appena annunciata da Trump, del generale dei Marines in congedo James Mattis, ex capo delle operazioni in Medio Oriente, come nuovo segretario alla Difesa. Sessantasei anni, una lunga ed esemplare carriera militare alle spalle, «Mad Dog» Mattis (lo chiamano «Cane pazzo») è totalmente allineato al presidente designato sull’Iran, che considera la principale minaccia alla stabilità della regione mediorientale. Stratega solido e rispettato, ha accusato l’amministrazione Obama di ingenuità per aver approvato un accordo che rallenta, ma non ferma il percorso iraniano verso la bomba nucleare.

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