The Unwritten n. 12, la recensione del volume conclusivo [Recensione]

Pubblicato il 19 Novembre 2016 alle 11:25

Si concludono le incredibili vicissitudini di Tom Taylor, protagonista di The Unwritten, la saga fantasy/letteraria ideata da Mike Carey! Chi è realmente Tom e cosa gli succederà quando conoscerà la verità sul suo conto? Scopritelo nell’ultimo volume di una delle più intriganti serie Vertigo degli ultimi anni!

Da tempo l’inglese Mike Carey si è messo in luce come uno degli sceneggiatori più abili e originali del comicdom. L’acclamato autore di Lucifer, Suicide Risk, Crossing Midnight e altri gioielli, è in grado di delineare avvincenti saghe fantasy, di ideare trame dai toni horror e persino di raccontare entusiasmanti storie di supereroi.

In pratica, spazia tra i generi in maniera sempre peculiare e originale. In ambito Vertigo, negli ultimi anni ha dato vita a The Unwritten, disegnato da Peter Gross che già aveva collaborato con lui in Lucifer.

Definire la serie non è facile. E’ senz’altro fantasy nell’ispirazione, considerando che il protagonista, Tom Taylor, è il figlio di uno scrittore che ha fatto fortuna con un ciclo di romanzi incentrati su un giovane mago, Tommy Taylor, una specie di Harry Potter, da considerare alla stregua di una sua versione letteraria.

Ma non c’è solo questo, dal momento che Carey ne ha approfittato per ideare una lunga e complessa trama dai toni meta-narrativi valorizzata da atmosfere mistico/esoteriche di impronta cospiratoria. The Unwritten è di fatto una riflessione sull’ispirazione letteraria e sul concetto stesso di scrittura.

Riassumerla è impossibile. Basti sapere che Tom è al centro dei complotti della Cabala, una setta che da secoli manipola i romanzieri allo scopo di controllare un’entità, il Leviatano, che simboleggia ogni forma di creatività e di immaginazione. La serie è ambientata in vari luoghi ed epoche e, capitolo dopo capitolo, si è compreso che Tom non è un ragazzo qualsiasi.

Ha la capacità di agire nei mondi creati dagli scrittori e, coadiuvato da Lizzie, la sua ragazza, e dal vampiro Richie, cerca di sopravvivere agli attacchi di individui senza scrupoli i cui veri scopi vengono ora chiariti in questo volume finale.

Tra essi spiccano il terribile Pullman e l’infida Madame Rausch che, in definitiva, si rivelerà forse la peggiore tra gli avversari affrontati da Tom. Tuttavia, nemmeno il padre di quest’ultimo è innocente e ora scopriremo ogni cosa sul suo conto. In questo tp conclusivo, Carey si avvicina alla tradizione dei poemi eroici, come la Chanson de Rolande, per esempio, o l’Orlando Furioso di Ariosto.

Tom e i suoi alleati finiscono nell’universo di queste opere, alla ricerca del Maanim, un misterioso manufatto dalle grandi proprietà, nonché del Graal, per ragioni che saranno spiegate nel corso della narrazione.

Carey si sbizzarrisce con gli stilemi fantasy, usando modalità espressive differenti (la commistione di linguaggi è sempre stato uno degli elementi fondamentali di The Unwritten).

In questo caso, in diversi momenti della trama usa espressioni auliche e arcaiche, tipiche dei poemi antichi, appunto; ma non rinuncia a utilizzare i vari character apparsi nel corso della serie: i piccoli Leon e Cosi,  le versioni fiabesche di Tom, Lizzie e Richie e persino il pestifero coniglio Pauly, tra gli altri. Alla fine, i nodi verranno al pettine e Carey ci darà la soluzione di ogni mistero.

Da questo punto di vista, ci saranno parecchie sorprese. Senza spoilerare, specifico solo che si comprenderà il senso del titolo della serie. Il bene prevarrà sul male ma il finale sarà comunque amaro e malinconico. Carey, giunto al capolinea, fa un buon lavoro, scrivendo testi e dialoghi curati e riflessivi.

I disegni di Peter Gross sono efficaci ma il penciler non si discosta dal suo consueto stile, un po’ grezzo per ciò che concerne le figure umane, ma funzionale. Dà il meglio di sé nel lay-out, realmente creativo, in particolare nelle pagine basate sull’azione.

Alcune tavole sono realizzate da Dean Ormston, Al Davison e Vince Locke, nomi ben noti ai Vertigo fan, che contribuiscono a rendere più imprevedibile la lettura. Come giudicare, dunque, The Unwritten? Come una serie in linea con i prodotti fantasy dell’etichetta adulta della DC. Una serie che va letta nella sua completezza e che piacerà agli estimatori della scuola britannica dei comics.

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