Tra le testimonianze degli autori di Sergio Bonelli Editore che abbiamo raccolto a Rapalloonia 2016, non poteva mancare quella di una delle firme dell’ultimo personaggio lanciato dalla casa editrice milanese, creato da Claudio Chiaverotti: Morgan Lost. Stiamo parlando di Lola Airaghi, straordinaria artista entrata subito nel cuore dei fan del cacciatore di serial killer di Heliopolis. Lola ha voluto regalare ai lettori di BadComics.it uno splendido ritratto di Morgan. Ma prima godetevi l’intervista!

 

Ciao, Lola! Benvenuta su BadComics.it e grazie per la tua squisita disponibilità. Cominciamo a parlare della tua passione per il disegno e per il fumetto: quando e come è nata?

Lola AiraghiCiao Francesco e ciao lettori di BadComics! Il disegno è la passione stessa, non potrei metter una datazione che ferma la nascita: esisto io, esiste in me il disegno.

Il fumetto nello specifico l’ho conosciuto da ragazzina, avendo la fortuna di avere un padre che lavorava per il Corriere della sera, il che mi forniva ogni tipo di racconto fatto a vignette. In casa non potevano mancare Geppo, Braccio di Ferro, il Corriere dei Piccoli, Linus e tutto quello che offrivano l’edicola e le librerie dei tempi.

In quinta elementare, amando questo tipo di comunicazione, di mia scelta riproposi tutto Il diario di Anna Frank a fumetti invece che il solito riassunto scritto. Da lì, il fumetto sarebbe stato il mezzo per me più spontaneo per poter raccontare la mia passione.

Il tuo approdo in Sergio Bonelli Editore risale al 1997. Giovanissima, ti sei unita al team creativo di Legs Weaver: cosa ricordi di quell’esperienza?

Ricordo che non fu la mia prima scelta, andai da Serra per un parere su delle prove disegnate del fumetto ESP, edito da CEU e lui, convinto che ci saremmo rivisti, mi disse: “Vai e poi torna”. Tornai: ESP era in chiusura, lui lo sapeva. [sorride] Da lì cominciò la mia conoscenza del mondo della fantascienza a fumetti.

Legs era divertente da disegnare, ironica nel comunicare e piena di vitalità. Ma le atmosfere con cui avrei voluto avvolgerla non si prestavano al mio modo di sentire. Infatti le storie che mi affidarono erano in chiave più emotiva. Una rivisitazione di Giulietta e Romeo fatta da Medda fu favolosa! Poi venne la tematica sulla pena di morte, ma passò inosservata, c’era più curiosità sulla dichiarata omosessualità di Legs e May, piuttosto che le storie che raccontavamo.

Nel 2002 firmi il tuo primo albo per la serie di Brendon, intitolato Amore e tenebre: da lì è iniziata una collaborazione che dura ancora oggi con Claudio Chiaverotti. Com’è iniziato il tutto?

Ci si rincorreva, ci si cercava, ma non c’era modo, finché a Lucca, allo stand della casa editrice, ci trovammo e scattò la richiesta incrociata: “Vuoi disegnar Brendon?”, “Mi piacerebbe disegnar Brendon”. Un sì, confermato, che dura da più di quindici anni.

Nel 2012 arriva la collaborazione con Paola Barbato su Davvero, uno dei primi fumetti online con un taglio e un profilo da prodotto professionale, tanto da diventare poi un fumetto cartaceo per Star Comics. Oggi, a distanza di alcuni anni, come giudichi quel progetto?

Davvero fu l’idea base che mi convinse subito a collaborare con il progetto. Paola fu onesta e sincera da subito e questo lo apprezzai tantissimo. I giudizi non mi appartengono, ho sicuramente la mia opinione e credo sia un buon fumetto, poteva tranquillamente proseguire perché aveva il suo pubblico. L’unica scelta che non condivisi, ai tempi del primo cartaceo, fu l’editore che da subito aveva espresso obiettivi differenti da quelli che ci eravamo prefissi noi, alla nascita del progetto.

Quindi il tuo recente coinvolgimento sul progetto Morgan Lost: come sei entrata a farne parte?

Non mi ero accorta di esser uscita… Scherzo! Ma è un prosieguo da che c’era ancora Brendon. Claudio aveva questo suo “secondo figlio” che voleva prender vita e, seduti a un bar, mi raccontò di questo cacciatore di serial killer che viveva in una città sempre innevata con atmosfere gotiche, ombre di statue egizie disseminate nella città che tagliavano il bianco della neve. Erano killer talmente caratterizzati e enfatizzati che ne diventano l’interesse primario della popolazione. Lui e le sue debolezze, lui che vede anime uccise, sedute su delle sedie che galleggiano su onde che non vogliono fermarsi… Lui, Morgan Lost.

Cosa ti piaciuto subito del soggetto e del personaggio?

Morgan Lost, disegno di Lola AiraghiAmore da subito. Vedevo il tutto mentre Claudio me lo raccontava. Era vivo! E poi c’era la grande passione per il cinema! Qui posso divertirmi a inserirne tributi e omaggi senza sentirmi a disagio – anzi, è puro stimolo – quindi il viaggio nella dualità del racconto con la parte onirica e psicologica.

Si possono leggere le storie di Morgan su diversi piani: quello dell’avventura, quello della critica e del confronto con ciò che si osserva nell’attualità e nella cronaca, e quello profondo dell’animo umano. Nessun piano disturba l’altro, né distorce la sensibilità o il gusto che si provano nella lettura.

Si possono cogliere o meno tutte le sfumature del fumetto, ma ciò non toglie nulla a quel che Claudio narra con Morgan Lost. Poi, Morgan Lost, come Brendon, fisicamente è bello! Ti chiama, vuoi disegnarlo… Ha il mio gusto estetico. Come per Brendon, è il mio mondo.

Sapevi fin dall’inizio che il fumetto sarebbe stato in tricromia?

No, infatti la metà della mia storia è stata ragionata con l’idea di stampa in bianco e nero tradizionale. Poi, la notizia: si fa! Saranno tutti daltonici per leggere ed entrare nel mondo di Morgan Lost… Fantastico! Mi piacciono graficamente le tonalità di grigio spezzate con il rosso…
Sicuramente con una stampa e una carta differente, risalterebbe maggiormente, ma l’effetto vintage, sfogliandolo, lo rende unico.

Cambia per te, da un punto di vista tecnico, realizzare tavole in bianco e nero, oppure in bianco, nero e rosso?

Sicuramente, cambia. Non colorandole io è comunque un passaggio in più fatto esternamente, quindi la tavola sai già che non è terminata. I miei neri sono pieni di roba sotto (copro realmente immagini disegnate), dove io conosco la storia; so che potrebbe risultare pesante e cerco un compromesso con il racconto. Mi piacerebbe disegnare una storia e colorarla da me con gli acquarelli, chissà se sarà fattibile…

Come ti approcci a una sceneggiatura di Morgan Lost?

Innanzitutto Claudio mi dà la possibilità di scegliere, “La vuoi d’azione? Onirica? Violentissima?…” Ma lui sa già. Come per le altre, in passato, leggo la storia, fermo i punti che mi hanno colpito. Poi la rileggo e comincia la fase lunga della documentazione. È rarissimo che si torni a sentirci per le tavole. Con Claudio si va lisci fino alla fine. La stima e la fiducia reciproca sono riconfermate ogni volta.

Quali sono i tuoi progetti nell’immediato futuro? Puoi rivelarci qualcosa?

Sto lavorando sul mio secondo episodio di Morgan Lost, racconta di cosa gli succede dopo che lo hanno tatuato e, soprattutto, come diventa un cacciatore di serial killer… E finalmente dopo dieci anni e più che me lo chiedeva, ho detto sì a Moreno Burattini per disegnare Zagor. Per l’annata a venire sarò sicuramente impegnata su questi due progetti.

Morgan Lost per BadComics - Rapalloonia 2016, Lola Airaghi