La Casa (Paco Roca)

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Traduzione di Bruno Arpaia

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Sì, certo. Non può essere un’altra.

È durissima, la serratura.

Sei sicuro che la chiave è quella?

Credo.

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Adesso la chiave non esce.

uhh.

che puzza di umidità. normale.

La casa è chiusa da un anno.

Bisogna aprire le persiane.

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N-Non riesco a tirare fuori la chiave. Prova tu…


Niente, non c’è verso.

Questa persiana è rotta.

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… questa roba, fredda, fa schifo.

Tutti qui ad aspettare e lui, come sempre, pensa ai fatti suoi.

Che fa papà? Perché non viene? La bambina deve mangiare. Chi vuole vino?

Non so cos’è che sta aggiustando in bagno. 8


Ti chiami Silvia, vero? Vuoi del vino? sì, grazie.

Già, ma io volevo andare al cinema prima di chiudermi a scrivere. Devo consegnare il romanzo a novembre. Dài, è il compleanno di tuo padre…

Sono quasi le quattro e non abbiamo ancora mangiato. Non facciamo più in tempo per lo spettacolo delle otto.

… Tutto bene? Mi sto ubriacando per sopportare meglio il mio primo pranzo con la tua famiglia.

Perché non abbiamo mangiato dentro? La bambina ha freddo.

Rilassati.

Qualcuno può andare a vedere cosa sta facendo?

José, vieni a vedere.

Chiedilo a papà e alla sua mania di mangiare sempre qui.

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Ora so da dove viene la puzza di umidità.

Esce acqua da lì.

Mio padre voleva aggiustarlo. Lo sciacquone.

Ma si è fermato a metà.

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Perché non vai a scaricare la macchina mentre io asciugo?


Silvia, cos’hai qui che pesa tanto?

Tutta questa roba per un fine settimana?

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Ma che stronzo‌

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Cosa ti è caduto?

Sarai egocentrico… Cosa li conservavi a fare?

Sai con cosa copriva mio padre i grappoli d’uva per non farli mangiare dagli uccelli?

Mio padre non leggeva i giornali. Gli conservavo quei ritagli per fargli sapere quello che facevo e che le cose mi andavano bene.

Con i ritagli stampa che parlavano di me: della serie a cui lavoravo, le recensioni del mio romanzo…

Tuo padre avrà pensato che quelle carte fossero più utili così.

Sono sicuro che non ha letto nemmeno una recensione.

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Le spade le abbiamo comprate durante una gita a Toledo, quando abbiamo preso la macchina nuova. … Anch’io ho un lavoretto fatto a mano come questo.

Era il tipico regalo per la festa della mamma.

Qui sono finite tutte le vecchie cianfrusaglie che i miei non usavano più e anche le cose che i miei fratelli e io non volevamo.

Credo sia stata l’ultima volta che abbiamo fatto un viaggio. Mia sorella Carla era nata da poco.

Da quando abbiamo costruito questa casa, ci siamo sempre venuti in vacanza.

E quell’enciclopedia l’abbiamo comprata a rate. Ogni volta che arrivava un nuovo volume, tutta la famiglia si riuniva per sfogliarlo. 14

Tutto quello che c’è qui dentro è arrivato a poco a poco, via via che ristrutturavamo l’appartamento dove abitavamo.

Quell’orologio lì me l’aveva regalato un’ex fidanzata. Siccome faceva un sacco di rumore è finito qui.

Avevi una fidanzata con tanto cattivo gusto? Meno male che hai conosciuto me.


Se venisse uno di quei programmi tv tipo “Cambio casa” se ne scapperebbero. Non riuscirebbero a capire quale criterio estetico hanno i proprietari.

L’arredamento della casa è come un viaggio nel tempo. Guarda, quella è la credenza dei trofei famigliari: le coppe di judo e di atletica di mia sorella Carla…

Lo vedi quello? È stata la prima volta che mi sono presentato a un concorso di scrittura.

Hai vinto?

Sono arrivato terzo. Mi hanno dato dieci bottiglie di latte e quel trofeo.

“Latte Cervera…”

“… rallegra la vita intera.”

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… Ho lavorato molti anni in un’importante agenzia pubblicitaria.

Latte Cervera rallegra la vita intera. Dammi retta, lo so.

Una bella rima baciata è un successo assicurato. Le grandi campagne hanno slogan in rima.

Se metti una rima baciata nel testo, ti sei già conquistato lo sponsor del concorso.

In quel momento, quella rima baciata mi sembrava la cosa migliore che avessi mai sentito, all’altezza di Neruda o di Baudelaire.

Per fortuna, la giuria era poco esigente quanto me.

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Tuo padre aveva fatto il pubblicitario?

Raccontava che aveva lavorato molti anni in un’importante agenzia di pubblicità.

Quando gli dissi che volevo diventare scrittore insisteva per presentarmi le persone dell’agenzia, mi dava consigli…

… Portavo gli annunci ai giornali. Mi avevano dato una patente falsa e a sedici anni guidavo la macchina dell’agenzia.

Più o meno.

Mi occupavo dei messaggi, ma pulivo anche la scrivania del capo.

La sua regola d’oro era mettere tutto in rima.

La verità è che in quella foto ha un’aria alla Don Draper. Mmmmh.

Dici sul serio?

Cosa ci posso fare…? Vedo troppe serie tv.

Diceva che lo facevo meglio della donna delle pulizie.

Comunque, col tempo, ho scoperto qual era il suo lavoro nella grande industria della pubblicità.

Cosa?

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Sicuramente voleva essere utile al figlio scrittore.

Credo che non abbia mai saputo in cosa consistesse il mio lavoro.

Hai visto cosa ha fatto con i ritagli che gli mettevo da parte.

E cosa ne farete di tutte queste cose che ci sono in casa?

non ci avevo pensato‌ 18

‌ Immagino che butteremo tutto.


Ieri l’ho usato a casa e funzionava perfettamente.

Cosa c’è? … Che strano.

Il phon. Non funziona. Non so…

La tecnologia è sempre imprevedibile. Lo daremo a mio fratello quando arriva.

Lui è come mio padre: di queste cose ne capisce.

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Nel corso degli anni un padrone di casa riempie di ricordi la propria dimora, muta testimone della sua vita. E anche lui ne diventa l’immagine fedele. Come le coppie che hanno sempre vissuto insieme. CosĂŹ, quando il suo occupante sparisce per sempre, il contenuto della casa è paralizzato dalla polvere nella speranza che un giorno il suo padrone ritorni. I tre fratelli protagonisti di questa storia torneranno un anno dopo la morte del padre nella casa di famiglia dove sono cresciuti. La loro intenzione è di venderla, ma ogni oggetto buttato via fa tornare alla mente i ricordi. Temono di disfarsi del loro passato, del ricordo di loro padre, e di loro stessi.

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tunuĂŠ ISBN 978-88-6790-179-1

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9 788867 901791

Euro 16,90

Fernando MarĂ­as


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