C’è una storia dietro ogni persona. C’è una ragione per cui loro sono quel che sono. Loro non sono così solo perché lo vogliono. Qualcosa nel passato li ha resi tali e alcune volte è impossibile cambiarli.
Sigmund Freud
Coltiva questo dolore. Fallo crescere in te fino al punto di sentirti strangolare così da concepirne i limiti. Poi fallo tuo, appropriatene e sentiti viva. Egiungi alla consapevolezza che fin quando sei viva puoi agire; e che puoi fare tutto ciò che vuoi, perché ciò che è possibile e ciò che è impossibile fare, oltre ad essere il frutto del senso comune, è anche scelto da te.
takemebythehandanddonotletmefall:
Che cos'è per te la felicità? Secondo te è possibile essere felici? Come lo si può essere?
Partiamo dal presupposto che ognuno ha una sua idea di felicità, per alcuni può essere comparazione con l’infelicità, per altri una mite normalità, per altri ancora una rarità che non ti aspettavi. Per me la felicità è il “momento di perfezione” – mi spiego subito. Per costruire un momento ci vuole tempo e fatica, ma quando si raggiunge quell’obiettivo ci si sente realizzati, felici; eppur non dura che un attimo ed è già scomparso. Bisogna lottare per essere contenti nella vita e per costruire attimi, questo è tutto. Una sola lunga battaglia per costruire attimi.
Grazie a te per le belle parole.
Un abbraccio :)
Ti ringrazio.
L'arte è l'unica cosa che rende l'uomo necessario. Al di fuori di essa l'uomo è buio, non vi è nessuna dimensione spirituale. E se questa dimensione viene meno l'uomo non può più considerarsi uomo, in quanto l'abbandonarsi esclusivamente alla dimensione materiale ci porta ad essere delle semplici macchine apatiche, all'annientamento della nostra natura. (Si badi bene: con la parola «arte» io intendo tutto ciò che proietta l'uomo al di fuori di se stesso). Sì, mi piace l'arte e – ribadisco – la reputo fondamentale per l'esistenza umana.
Ogni cosa ha il suo tempo, soprattutto nella scrittura. Scrivere qualcosa è un po’ come coltivare un orto: ci vuole tempo, ci vuole cura, bisogna sporcarsi le mani, farci il callo; e poi perdere interi raccolti, affrontare tempeste, l’aridità, scacciare via i corvi, sradicare le erbacce e così via. Sì, lo scrittore alla fine dei conti è un misero contadino, niente di più, niente di meno.
Che bella domanda!
Molte volte è difficile capire quali sono i propri sogni, o se abbiamo veramente dei sogni. Mi continua a ronzare nella testa la frase: «Ho sognato un sogno, e ora quel sogno mi ha lasciato». Beh, come tutti credo che vorrei essere felice, o ancor meglio, trovare un po’ di pace.
Un’altra cosa mi sorprende in questo momento: siamo così bravi a identificare le cose negative – anche se a parlarne sempre si prova una sorta di disgusto –, mentre immaginare qualcosa di utopico, di meraviglioso, ci intimorisce, ne abbiamo quasi paura.
Grazie a te per le belle parole.
Un abbraccio :)
Per dieci minuti o più, ho cercato di trovar le parole giuste per rispondere aquesto messaggio; alla fine non le ho trovate. Mi rende felice sapere che sei della mia terra, e che sei riuscita ad apprendere tutto questo dai miei scritti. Inoltre, ti ringrazio per le belle parole. Un abbraccio.