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‘La grande festa delle Buone Feste’: la bufala della scuola che “cancella” il Natale

16 Dicembre 2017 7 min lettura

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‘La grande festa delle Buone Feste’: la bufala della scuola che “cancella” il Natale

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A Milano due esponenti politici di centro-destra hanno accusato una scuola di aver cancellato dal titolo della "festa di Natale" dell'Istituto la parola "Natale" per non offendere le altre religioni. Il "caso" è stato poi ripreso da diversi media e da Massimo Gramellini del Corriere della Sera, nella sua rubrica "Il Caffè", dove ha criticato la decisione della scuola e avvertito che si sta andando verso un mondo in cui "l’unica soluzione possibile è la negazione perpetua".

La preside della scuola, Dorotea Maria Russo, però, intervistata da vari giornalisti, ha spiegato che l'evento in questione non era la "festa di Natale" dell'Istituto, ma un'altra festa aggiunta alle feste natalizie, pensata dopo alcuni episodi di bullismo e isolamento, per presentare, «in occasione di una festa promossa da associazioni di genitori in orario extrascolastico, un progetto per docenti e famiglie sugli emergenti problemi dei preadolescenti».

Come è nata la storia della scuola che dalla "festa di Natale" cancella la parola "Natale"

L'11 dicembre, l'Istituto Italo Calvino di Milano, pubblica sul proprio sito una circolare in cui si avverte che domenica 17 dicembre ci sarà "una grande festa di BUONE FESTE" (Qui l'evento su Facebook). Nel documento si legge che il "1 dicembre si è tenuta una riunione tra docenti dello Staff dirigenziale, Comitato Genitori e direttivo Associazione GenitoriAttivi" il cui ordine del giorno era:

l’organizzazione di un percorso di formazione docenti/genitori (con conferenze e workshop in orario tardo-pomeridiano) volto ad affrontare alcuni delicati aspetti del rapporto adulti-ragazzi che nell’età preadolescenziale può divenire problematico mettendo a dura prova tutti coloro che hanno responsabilità educative.

Su come affrontare insieme queste tematiche, scuola e famiglie hanno lavorato insieme, anche con la guida di esperti. Tra le idee avanzate, si legge ancora nella circolare, "si è anche pensato di organizzare una FESTA nel Teatrino di Via Mattei, per accogliere 'vecchie' e nuove famiglie della nostra scuola, scambiarsi gli auguri in vista della pausa natalizia e presentare de visu il percorso di formazione scuola-famiglia, sensibilizzando alla massima partecipazione".

Viene anche creato un volantino per sponsorizzare l'evento.

via scuola Italo Calvino

La circolare si conclude con l'invito ai docenti a non assegnare compiti agli alunni "in maniera che tutti possano partecipare con serenità e spensieratezza alla FESTA": "È un’eccezione alla regola, per la quale si fa leva sulla sensibilità educativa degli insegnanti in considerazione dell’importanza, per la comunità scolastica, di avere momenti di aggregazione ed inclusione in un periodo tanto difficile per la nostra società".

Due giorni dopo, però, nasce il "caso politico". In un comunicato congiunto di Samuele Piscina (Lega Nord), presidente del Municipio 2 di Milano e Laura Luppi (Forza Italia), assessore alle Politiche educative della stessa zona, si legge: “Dopo i presepi e i crocefissi, ora anche le feste di Natale vengono ostacolate nelle scuole. È il caso dell’Istituto Comprensivo Italo Calvino, con sede in via Frigia vicino a viale Monza, dove la festa di Natale è stata trasformata in corso d’opera nella 'Grande festa delle buone feste', tra le proteste di molti genitori”. "La parola 'Natale', simbolo della nostra fede e della nostra cultura – continuano i due esponenti di centro-destra – non discrimina nessuno (...). Colpire gli emblemi del Natale non garantisce il rispetto di nessuno ma fomenta l’intolleranza nei confronti della nostra cultura, dei nostri usi, delle nostre leggi e delle nostre tradizioni”.

La "notizia" della polemica politica arriva sui media. Corriere Milano, ad esempio, pubblica (a firma Redazione Milano online) un articolo in cui rilancia il comunicato stampa dei due politici. Anche Repubblica Milano pubblica la "notizia", non limitandosi alla versione presente nel comunicato ma intervistando anche la preside della scuola Italo Calvino, Dorotea Maria Russo.

L'articolo si apre così spiegando che ‘La grande festa delle buone feste’, che anticiperà una settimana di festeggiamenti natalizi, è un evento "aperto a tutti, con l’obiettivo di creare coesione tra le famiglie e la scuola": «Qualcuno dei nostri ragazzi quest’anno ha avuto delle difficoltà e abbiamo capito che dobbiamo stringerci intorno a loro per non perderli», aggiunge la preside. Per questo motivo "insieme a insegnanti e rappresentanti dei genitori si è deciso di lavorare su più fronti. Da una parte un ciclo di conferenze con esperti dell’educazione, dall’altra una festa per attirare e includere anche le famiglie meno attive nella vita scolastica".

Il nome dell'evento, continua Russo, è stato discusso per ore durante una riunione tra la preside, alcuni docenti e i rappresentanti dell’Associazione genitori attivi e del comitato genitori: «Io avevo proposto ‘Festa di accoglienza dell’inverno’, perché dava l’immagine del focolare caldo domestico intorno a cui si raccoglie la famiglia». Ai genitori che avevano proposto di mantenere il riferimento al Natale la preside ha fatto notare «che questa non vuole essere una festa religiosa, non vogliamo che le famiglie straniere non si sentano invitate perché professano un’altra fede». Alla fine, quindi, "dopo aver discusso a lungo si è trovato un nome che «ha messo tutti d’accordo»: 'La grande festa delle buone feste'.

Sulle attività che si potrebbero svolgere durante l'evento, la preside fa alcuni esempi – «Potrebbero esibirsi i genitori del coro o del complesso di sassofoni, si è parlato di danze popolari. Chi vorrà potrà partecipare al laboratorio per creare decorazioni o portarne una da casa. Se qualche classe vorrà, potrà cantare canzoni natalizie» –, ma ribadisce che il fine della festa resta la coesione e l’inclusione di tutti.

Giovedì 14 dicembre, Massimo Gramellini, nella sua rubrica quotidiana in prima pagina sul Corriere della Sera parla della vicenda.

Scrive Gramellini che trova "illuminante" la decisione della scuola milanese di chiamare "la festa di Natale" 'grande festa delle Buone Feste' "per non urtare la sensibilità di chi non festeggia il Natale". L'editorialista prima ironizza su questa scelta: "'Grande festa delle Buone Feste' è un primo passo, ma ancora non basta. Intanto la parola «grande» discrimina con ogni evidenza le altre feste. Si è calcolato quale enorme danno può produrre nella psiche di un bambino la decisione arrogante, tipica della mentalità competitiva occidentale, di stabilire una gerarchia tra feste presunte «grandi» e feste medie, medio-piccole, festicciole e, non sia mai, festini?". Conclude poi avvertendo che si sta andando verso "un mondo slavato dei non luoghi e delle non identità" in cui "l’unica soluzione possibile è la negazione perpetua".

Lo stesso giorno, il Corriere Milano pubblica un secondo articolo sulla vicenda (questa volta a firma di due giornalisti) in cui viene intervistata la preside che torna a ribadire quanto già precisato a Repubblica il giorno prima e cioè che la 'Grande festa delle Buone feste' del 17 dicembre non è la festa di Natale della scuola, come scritto dagli esponenti politici e da Gramellini, ma una festa in aggiunta agli eventi natalizi che si inseriscono in un percorso di formazione scuola/famiglie:

Qui il 23 per cento degli studenti è straniero ma il Natale si festeggia eccome, con presepe, albero e canti della tradizione, in più date e in orario scolastico, quest’anno come in passato. Domani uscirà la circolare con tutti gli appuntamenti, dalle recite al presepe vivente. La religione cattolica è tenuta in grande considerazione, la festa del 17 era in aggiunta: si tratta di un momento per includere tutti.

La dirigente precisa inoltre che l'evento «è nato come incontro fra docenti e famiglie dopo qualche episodio di isolamento e bullismo» e che la parola "Natale" non è stata inserita nel titolo «perché stranieri e non cattolici forse non sarebbero venuti», mentre l'obiettivo finale della festa non è di carattere religioso ma di formazione e inclusione.

Sempre il 14 dicembre, sul sito della scuola Italo Calvino, viene pubblicata la circolare sulle festività natalizie previste a scuola:

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La settimana scolastica pre-natalizia è densa di attività poiché le insegnanti sono solite preparare CANTI, RECITE, MOSTRE sul tema del Natale, per i bambini e le famiglie che frequentano il nostro Istituto. Dette performances costituiscono l’occasione per docenti ed insegnanti di ritrovarsi a scuola e scambiarsi gli auguri dopo aver festeggiato i bambini. (...) In tutti i plessi i momenti dedicati al Natale termineranno, nelle classi, con una merenda e con lo scambio di auguri tra docenti, alunni e genitori (...) Si precisa che la partecipazione agli spettacoli natalizi da parte degli alunni che non si avvalgono dell’insegnamento della Religione cattolica, anche solo come spettatori dei propri compagni, è rimessa alla libera scelta delle famiglie, previa comunicazione alle insegnanti di classe.

Su Tv2000 (emittente di proprietà della Conferenza Episcopale Italiana), inoltre, Dorotea Maria Russo, intervistata, torna a ribadire quanto già sostenuto: «Se noi avessimo chiamato la festa, "festa di Natale", avremmo dato un messaggio fuorviante, perché il nostro obiettivo non era celebrare il Natale, per le attività natalizie c’è tutta la settimana ventura con innumerevoli attività, proprio di tipo religioso». Questo perché, conclude la preside, «quella non è la 'festa di Natale' dell'istituto ma un momento per presentare, in occasione di una festa promossa da associazioni di genitori in orario extrascolastico, un progetto per docenti e famiglie sugli emergenti problemi dei preadolescenti».

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