I bambini sono ancora vittime di abusi sessuali nelle istituzioni australiane. È la conclusione alla quale è giunta la Commissione pubblica sugli abusi sui minori (Royal Commission into Institutional Responses to Child Sexual Abuse), che oggi ha concluso cinque anni di un’indagine che hanno messo sotto la lente di ingrandimento tra l’altro i casi di pedofilia avvenuti nei decenni passati nella Chiesa cattolica ed ha avuto risonanza anche in Italia in particolare per le audizioni alle quali si è sottoposto l’anno scorso, in videocollegamento da Roma, il cardinale George Pell.

Il prefetto vaticano della Segreteria per l’Economia che ha risposto, in quell’occasione, a domanda relativa all’insabbiamento delle denunce contro i preti pedofili, si trova ora in Australia, da questa estate, per difendersi in tribunale da accuse di abusi sessuali che egli avrebbe personalmente compiuto da sacerdote, accuse che egli respinge fermamente.

In una breve udienza conclusiva che si è svolta oggi a Sidney, il giudice Peter McClellan, che ha guidato l’indagine, ha detto che l’Australia «ringrazia i sopravvissuti» agli abusi che hanno testimoniato davanti alla commissione decenni di sistematici abusi e insabbiamenti avvenuti ai danni dei minori in istituzioni statali ed ecclesiali.

«L’abuso dei bambini non è solo un problema del passato», ha detto il giudice. «L’abuso nelle istituzioni continua anche oggi».

Per quanto riguarda in particolare la Chiesa cattolica, McClellan ha puntato il dito contro la scelta di porre la reputazione dell’istituzione al di sopra della sofferenza delle vittime. «Alcuni responsabili hanno ritenuto che la loro priorità fosse proteggere la reputazione delle istituzioni», ha affermato il giudice, «e presunti colpevoli hanno spesso avuto accesso ai minori anche quando i loro responsabili conoscevano il pericolo». Nel corso di quest’anno la commissione ha diffuso una stima secondo la quale tra il 1950 e il 2009 il sette per cento dei sacerdoti australiani hanno abusato di minori. I casi registrati sono 4.444. Cifre «shoccanti», secondo Francis Sullivan, che guida la commissione della Chiesa per la verità, la giustizia e la guarigione. Il presidente della Conferenza episcopale australiana, monsignor Denis Hart, ha chiesto scusa a nome della Chiesa.

Domani, venerdì, la commissione, i cui lavori sono stati finanziati con fondi pubblici, consegnerà il suo rapporto conclusivo al governatore generale di Canberra. McClellan ha detto che il rapporto conterrà raccomandazioni tese a «sostenere e informare» il governo, le istituzioni e l’opinione pubblica australiana per prevenire gli abusi e rispondere a quelli avvenuti facilitando gli indennizzi e la persecuzione penale dei casi passati.

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