Cubetto, il robot italiano premiato a Cannes

Ideato e realizzato dalla startup Primo Toys, insegna ai bambini a programmare

(testo di Maurizio Ermisino)

Si dice che dai bambini dobbiamo sempre imparare. È andata così anche per Filippo Yacob, designer e imprenditore, che ha preso ispirazione dalla nascita di suo figlio per fondare Primo Toys, start up con sede a Londra ma dall’anima italiana, e per creare il suo primo prodotto. Cubetto è un giocattolo, un robot pensato per insegnare la programmazione informatica ai bambini in età prescolare. È un “robot”, ma molto particolare: è fatto in legno, è privo di schermo, e ha una consolle fisica con un set di 16 blocchi colorati che permettono di programmarla. Cubetto ha vinto il Leone nella categoria Product Design al Festival Internazionale della Creatività di Cannes, ed è stato esibito al MOMA di New York e al MIT  nel Massachussets.

A Primo Toys crediamo che saper creare con la tecnologia invece che semplicemente consumarla sia fondamentale per le nuove generazioni”, ci ha raccontato Filippo Yacob, fondatore e CEO della start up. “La società é stata fondata nel 2013 dopo aver scoperto che sarei diventato padre, e per poter creare giochi educativi ed esperienze che sarebbero serviti a mio figlio. Nel marzo 2013 ho ritrovato un vecchio amico, Matteo Loglio, che lavorava come designer ad Arduino con Massimo Banzi. A settembre Matteo ha preso un volo senza ritorno per Londra, e Primo Toys é iniziato”.

Cubetto è il primo nato della famiglia Primo Toys. “Insegna la logica della programmazione a bambini in età prescolare”, ci spiega Yacob. “Una conoscenza essenziale per il 21esimo secolo. È un gioco, ma é anche un linguaggio di programmazione tangibile, che si tocca: potente, scalabile ed espandibile. È composto da un robot di legno, un pannello di controllo e un set di blocchi colorati che costituiscono un linguaggio di programmazione procedurale come LOGO. Da non confondere con LEGO... Lo scopo del gioco é di aiutare Cubetto a muoversi sulla sua mappa creando delle sequenze di istruzioni logiche con i blocchi, inserendoli nel loro pannello di controllo. In questo modo i bambini creano i loro primi programmi senza dover saper né leggere né scrivere”.

Cubetto è approvato dagli educatori Montessori, ed è pensato per essere utilizzato da bambini vedenti e non vedenti con le stesse impostazioni. Il suo obiettivo è infatti quello di stimolare un’atmosfera di apprendimento che renda tutti uguali e che includa tutti nel medesimo gioco. Il robot di legno regala un’esperienza che combina vista, tatto e udito. E aiuta anche i bambini con disabilità a comunicare.

Cubetto aiuta a capire che l'ordine in cui si mandano ed eseguono determinati comandi é importante”, ci spiega Yacob. “È un concetto fondamentale per poter programmare. Ordinare a Cubetto di fare un passo avanti e poi girare a sinistra é diverso dal farlo girare a sinistra e poi muoversi un passo avanti. Non utilizzando schermi, Cubetto permette ai bambini di sviluppare anche intelligenza emotiva, comunicazione e collaborazione".

La start up Primo Toys ha finanziato la creazione di Cubetto con una campagna di crowdfunding da record: 1,6 milioni di dollari arrivati da 6mila investitori di 90 paesi in tutto il mondo. Una cifra mai vista prima per un progetto edutech. Primo Toys ha tra i suoi investitori nomi prestigiosi come Randi Zuckerberg e Massimo Banzi, co-fondatore di Arduino. Oggi è presente in più di 90 paesi nel mondo, ha basi a San Francisco, a Shenzhen, e sta pianificando un ufficio a Tokyo. La missione della start up è di creare un nuovo standard della programmazione per bambini che superi tutte le barriere, linguistiche e culturali. La sede centrale resta a Londra, nonostante Brexit.

Primo Toys sta già lavorando a un nuovo prodotto per bambini. Anche il prossimo nato utilizzerà principi di apprendimento pratici e semplici. “Anche il prossimo progetto seguirà la filosofia del ‘no-screen’, che é fondamentale per l’apprendimento in età prescolare”, ci illustra Yacob. “L’obiettivo é di vedere un Cubetto in ognuno dei 2,4 milioni di scuole, biblioteche pubbliche e centri di infanzia nel mondo”. Per continuare ad aiutare i bambini a sviluppare la propria creatività, a imparare cose nuove. E, cosa da non scordare mai, di divertirsi. E giocare, giocare, giocare.