American Sniper

Film 2015 | Azione, Biografico, +16 134 min.

Anno2015
GenereAzione, Biografico,
ProduzioneUSA
Durata134 minuti
Regia diClint Eastwood
AttoriBradley Cooper, Sienna Miller, Jake McDorman, Luke Grimes, Navid Negahban Keir O'Donnell, Kyle Gallner, Sam Jaeger, Brando Eaton, Brian Hallisay, Eric Close, Owain Yeoman, Max Charles, Billy Miller (II), Eric Ladin, Marnette Patterson, Greg Duke, Chance Kelly, Cole Konis, Ben Reed, Elise Robertson, Luke Sunshine, Troy Vincent, Brandon Salgado Telis, Jason Hall, Leonard Roberts, Jason Walsh, Reynaldo Gallegos, Kevin Lacz, Cory Hardrict, James Ryen, Jonathan Kowalsky, Shane Habberstad, Sammy Sheik, Kevin Ryan (III), Evan Gamble, Benjamin Mathes, Tim Griffin, Luis Jose Lopez, Erik Aude, Jad Mhidi Senhaji, Fehd Benchemsi, Zack Duhame, Mido Hamada, Kathe Mazur, Ryan Sadaghiani, Ayman Samman, Assaf Cohen, Fahim Fazli, Salah Salea, Hector Bucio, Aidan McGraw, Jonathan Groff, Melissa Hayden (II), Ferguson Reid, Mark Thomason, Pamela Denise Weaver, Amie Farrell, Quay Terry, James D. Dever, Tami Goveia, Leon Farmer, Paul Meixner, Victoria Reina Sigloch, Joel Lambert, Tony Nevada, Brett Edwards, Nick Salter, Ricky Ryba, Jet Jurgensmeyer, Madeleine McGraw, Elizabeth Schmidt, Robert Clotworthy, Bryan Anderson (II), Jacob Schick, Wade White, Anthony Jennings, Vincent Selhorst-Jones.
Uscitagiovedì 1 gennaio 2015
TagDa vedere 2015
DistribuzioneWarner Bros Italia
RatingConsigli per la visione di bambini e ragazzi: +16
MYmonetro 3,83 su 4 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

Regia di Clint Eastwood. Un film Da vedere 2015 con Bradley Cooper, Sienna Miller, Jake McDorman, Luke Grimes, Navid Negahban. Cast completo Genere Azione, Biografico, - USA, 2015, durata 134 minuti. Uscita cinema giovedì 1 gennaio 2015 distribuito da Warner Bros Italia. Consigli per la visione di bambini e ragazzi: +16 - MYmonetro 3,83 su 4 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

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Ultimo aggiornamento martedì 8 novembre 2016

L'adattamento cinematografico del libro autobiografico "American Sniper: The Autobiography of the Most Lethal Sniper in U.S. Military History". Il film ha ottenuto 6 candidature e vinto un premio ai Premi Oscar, 1 candidatura a David di Donatello, 2 candidature a BAFTA, 2 candidature e vinto un premio ai Critics Choice Award, Il film è stato premiato a AFI Awards, In Italia al Box Office American Sniper ha incassato nelle prime 6 settimane di programmazione 18,8 milioni di euro e 5,6 milioni di euro nel primo weekend.

American Sniper è disponibile a Noleggio e in Digital Download
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Consigliato assolutamente sì!
3,83/5
MYMOVIES 4,00
CRITICA 4,00
PUBBLICO 3,32
CONSIGLIATO SÌ
Sobrio, lucido, senza contratture il film racconta l'idiozia della guerra con le sue assurde regole e i suoi deliranti perimetri di orrore.
Recensione di Marzia Gandolfi
martedì 23 dicembre 2014
Recensione di Marzia Gandolfi
martedì 23 dicembre 2014

Chris Kyle, texano che cavalca tori e non manca un bersaglio, ha deciso di mettere il suo dono al servizio degli Stati Uniti, fiaccati dagli attentati alle sedi diplomatiche in Kenia e in Tanzania. Arruolatosi nel 1999 nelle forze speciali dei Navy Seal, Kyle ha stoffa e determinazione per riuscire e ottenere l'abilitazione. Perché come gli diceva suo padre da bambino lui è nato 'pastore di gregge', votato alla tutela dei più deboli contro i lupi famelici. Operativo dal 2003, parte per l'Iraq e diventa in sei anni, 1000 giorni e quattro turni una leggenda a colpi di fucile. Un colpo, un uomo. Centosessanta uomini abbattuti (e certificati) dopo, Chris Kyle torna a casa, dalla moglie, dai bambini e dai reduci, a cui adesso guarda le spalle dai fantasmi della guerra del Golfo. Una dedizione che gli sarà fatale.
Come il proiettile di un tiratore scelto, "il sentimento dell'assurdità potrebbe colpire un uomo in faccia ad ogni angolo di strada", diceva Albert Camus e argomenta Clint Eastwood in American Sniper, preciso capolinea della guerra in Iraq e di una filmografia che dagli anni Novanta ha provato a mettere ordine nell'ambiguo mare di sensazioni suscitate da quell'evento o a funzionare qualche volta da supporto narrativo alla costruzione di una legittimità anche finzionale per il governo americano. Impossibile allora leggere American Sniper senza considerare il cinema che lo ha anticipato, addestrato e maturato, quello di David O. Russell (Three Kings), di Werner Herzog (Apocalisse nel deserto), di Sam Mendes (Jarhead), di Paul Haggis (Nella Valle di Elah), di Brian De Palma (Redacted), di Kathryn Bigelow (The Hurt Locker).
Girati prima e dopo l'undici settembre, frattura storica, categoria dell'immaginario e spartiacque per la produzione cinematografica, ciascuno di loro ha provato a capovolgere la visone ufficiale di una guerra che ha bruciato vite e petrolio, gettando fumo nero sugli occhi dei (tele)spettatori. Diario visivo di un Navy Seal coinvolto nell'orrore che si ritrova ad abitare, American Sniper sale sui tetti col suo cecchino e trova il punto di osservazione migliore per dire l'idiozia della guerra con le sue assurde regole e i suoi deliranti perimetri di orrore. Ma Eastwood fa qualcosa di più che denunciare, si prende il rischio di raccontare quell'incoerenza attraverso un personaggio che in quella guerra credeva davvero, che nel suo mestiere, quello delle armi, confidava. Armato di fucile e bibbia, il Seal di Bradley Cooper inchioda i cattivi al destino che meritano, guardando le spalle ai marines che casa per casa cercano il male o il delirio paranoico. Ma Chris Kyle non è un militare accecato dal testosterone, Chris Kyle è un uomo che sa bene, come racconta al figlio, che fermare un cuore che batte è una cosa grossa.
Appesantito dal peso dei colpi che mette a tiro e dalle scelte che compie il suo personaggio dietro al mirino, Bradley Cooper infila la bolla allucinatoria che la guerra soffia sui soldati e aderisce alla genuina ingenuità di un soldato che sognava un mondo perfetto. E il sentimento di pietà che il ranger di Un mondo perfetto riservava all'uomo in fuga di Kevin Costner, Eastwood adesso lo chiede allo spettatore, sollevando Kyle dal giudizio e confermando di essere sempre in grado di cogliere il bilico tra ombra e luce. La semplicità ideologica di Kyle e la sua immediatezza comunicativa non sono prive di complessità. Kyle è un adulto pronto ad affrontare ogni prova con forza e coerenza, supportato dal sentimento e da una fede incrollabile. Diversamente dall'artificiere della Bigelow, che disarma là dove Kyle arma, lo sniper di Eastwood è in grado di ritrovare l'intima misura, il ritmo che lo lega al mondo e alla coscienza di esistere. Kyle non è certo immune al disorientamento progressivo che genera l'azione bellica e l'investitura di eroe, nondimeno è capace di ammettere le proprie responsabilità, davanti a dio e allo psichiatra, rimettendo il debito di adrenalina e riallineando le cicatrici. Ma è proprio a casa, nella sua amata patria e davanti a un marine che voleva richiamare da una non vita, che si compie la beffa e si realizza l'assurdità della guerra, ridotta da Clint a esercizio di idiozia, vedi i soldati-ingegneri sacrificati al cecchino iracheno sul muro di gomma. Se Chris Kyle, quello vero, non fosse morto assassinato da un reduce impazzito lo scorso febbraio, con ogni probabilità American Sniper lo avrebbe girato un altro regista, ricettivo alla manifestazione dell'eroismo americano. Perché è proprio quel tragico epilogo a emergere tutto il nonsenso, ad affrancarlo dal particolare e a convincere l'autore americano a farne una storia universale.
A Clint non piacciono le chiacchiere ed è pronto a rinunciarci pur di far capire le cose visivamente, penetrando il nucleo stesso del reale con l'aiuto della sensibilità. Contro l'effimero senza malinconia, Clint Eastwood mette in scena la parabola di un reduce, che come tutti i reduci, non è ancora morto ma sta morendo, ucciso dal fuoco amico, ucciso dal proprio Paese. Fantasma che vagola, che non vive ma sopravvive, Gran Torino di cui non ci si fa nulla se non lasciarla in garage, senza uno spazio in cui muoverla, senza un futuro in cui accenderla. Solo un presente in cui ogni tanto scoprirla e lucidarla, blaterando di patriottismo e trascurando le conseguenze che la sciagurata fase della politica internazionale degli Stati Uniti ha sul suo stesso tessuto sociale.
Sobrio, lucido, senza contratture, American Sniper, basato sull'autobiografia di Chris Kyle, squaderna un Paese che seguita a duellare con la morte in nome della 'vita', un Paese che congeda con tre spari e col Silenzio un altro soldato, scomparso fuori campo e nascosto in un posto "tra il nulla e l'addio".

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RECENSIONI DALLA PARTE DEL PUBBLICO
FOCUS
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lunedì 12 gennaio 2015
Pino Farinotti

Molta dialettica intorno ad American Sniper, il film di Clint Eastwood. I termini ricorrenti sono "eroe" e "ideologia". Narrasi la vicenda di Chris Kyle, soldato texano, dall'impressionante mira, che entra nel corpo speciale dei Navy Seal, viene spedito in Iraq e uccide 160 nemici "ufficiali", forse 250. La definizione di eroe americano è stata discussa, appunto, e "concettualmente" contestata. Insomma una parte di utenza, chiamiamola così, dice: come si può definire eroe quello che di fatto è un killer, che magari uccide dei bambini.

Frasi
"Ci sono tre tipi di persone: le pecore, i lupi e i cani pastore"
Una frase di Jeff Kyle (Keir O'Donnell)
dal film American Sniper - a cura di filippotognoli
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venerdì 14 agosto 2015
 

Tra il 1999 e il 2009 Chris Kyle, membro dei Navy SEAL degli Stati Uniti, ha fatto registrare il più alto numero di uccisioni a opera di uno sniper di tutta la storia militare americana. I suoi compagni d'armi, che ha protetto con precisione letale dall'alto [...]

winner
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miglior attore in un film d'azione
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