Esteri

Papa Francesco in Albania: "Sacrilegio uccidere in nome di Dio"

Primo viaggio in uno Stato europeo per il Pontefice: "Un Paese che ha sofferto tanto, ma che poi è riuscito a trovare una pace con le differenze religiose". Appello ai giovani: "Dite no all'idolatria del denaro". Messaggio di Napolitano a Bergoglio: "La sua visita è di conforto per chi vuole il dialogo". Abbraccio con il sacerdote  vittima di torture

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TIRANA - "Nessuno pensi di poter farsi scudo di Dio mentre progetta e compie atti di violenza e di sopraffazione. Nessuno prenda a pretesto la religione per le proprie azioni contrarie alla dignità dell'uomo e ai suoi diritti fondamentali, in primo luogo quello alla vita ed alla libertà religiosa di tutti!". Papa Francesco, a Tirana per il suo quarto viaggio internazionale, il primo in un paese europeo, in un viaggio pastorale che arriva in un momento di alta tensione per le minacce dello Stato islamico, nell'incontro con le autorità albanesi ha accusato gli estremisti di travisare la religione e ha indicato l'Albania come esempio di pacifica convivenza. Poi, durante l'Angelus, si è rivolto ai giovani: "Sappiate dire no all'idolatria del denaro, no alla falsa libertà individualista, no alle dipendenze e alla violenza". Bisogna, ha aggiunto il Pontefice, "dire sì invece alla cultura dell'incontro e della solidarietà". "Così - ha assicurato loro - costruirete un'Albania migliore e un mondo migliore". Francesco ha evocato a braccio anche gli anziani, raccomandando che siano coinvolti nell'edificazione di un futuro che ha bisogno della loro saggezza.
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"Quando si estromette Dio per l'ideologia l'uomo si smarrisce". Un tema, quello scelto da Bergoglio, che è ritornato nel pomeriggio nell'incontro con i leader di altre religioni e denominazioni cristiane, all'università di Tirana. "La religione autentica è fonte di pace e non di violenza! Nessuno può usare il nome di Dio per commettere violenza! Uccidere in nome di Dio è un grande sacrilegio! Discriminare in nome di Dio è inumano", ha detto.  "'Discriminare in nome di Dio e' inumano. L'intolleranza verso chi ha convinzioni religiose diverse dalle proprie" rappresenta "un nemico molto insidioso, che oggi purtroppo si va manifestando in diverse regioni del mondo", ha aggiunto. Poi ha parlato di libertà religiosa contro i totalitarismi. "L'Albania è stata tristemente testimone di quali violenze e di quali drammi possa causare la forzata esclusione di Dio dalla vita personale e comunitaria. Quando, in nome di un'ideologia, si vuole estromettere Dio dalla società, si finisce per adorare degli idoli, e ben presto l'uomo smarrisce sé stesso, la sua dignità è calpestata, i suoi diritti violati", ha detto il Pontefice.

Il pianto abbracciando un sacerdote che fu torturato. Sempre nel pomeriggio Papa Francesco ha pianto questo pomeriggio abbracciando nella cattedrale di Tirana un anziano sacerdote che fu torturato nei lunghi anni della sua prigionia. Ascoltato le testimonianze dei "martiri", il pontefice ha aggiunto:
 "Guai ai preti, sacerdoti e religiose, consacrati e consacrate quando cercano consolazione lontana dal Signore".

Visita lampo. Nonostante le tensioni, il pontefice non ha voluto rinunciare a questo viaggio lampo (poco più di dieci ore, è rientrato a Roma poco prima delle 21) con l'obiettivo di incoraggiare la collaborazione tra religioni: "La pacifica convivenza tra le religioni in Albania è un bel segno per il mondo. L'Albania è un Paese che ha sofferto tanto - ha sottolineato - ma che poi riuscita a trovare una pace con le differenze religiose. E questo è un bel segno per il mondo, il dialogo, la pace e l'equilibrio a favore della governance".
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Solidarietà globale.
"Alla globalizzazione dei mercati è necessario che corrisponda una globalizzazione della solidarietà - ha detto questa mattina il pontefice - . Occorre fare ogni sforzo, perché la crescita e lo sviluppo siano a disposizione di tutti e non solo di una parte della popolazione". E ha aggiunto: alla crescita economica "deve accompagnarsi un maggior rispetto del creato", mentre "insieme ai diritti individuali vanno tutelati quelli delle realtà intermedie tra l'individuo e lo Stato, prima fra tutte la famiglia". "L'Albania oggi - Francesco se ne è detto convinto - può affrontare queste sfide in una cornice di libertà e di stabilità, che vanno consolidate e che fanno ben sperare per il futuro".
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Grande festa. Un clima festoso ha accolto il Pontefice in un Paese che è a maggioranza musulmano. I cattolici sono solo il 15% della popolazione. Centinaia e centinaia di persone si sono messe in fila lungo i viali di Tirana in attesa del passaggio di Francesco. La maggior parte delle strade sono state decorate con bandiere del Vaticano e dell'Albania. Nel viale principale sono state affisse anche le fotografie dei 40 martiri albanesi morti per la fede.

Il messaggio di Napolitano. Prima del viaggio, il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha mandato un messaggio al Papa: "Santità, desidero farle pervenire il mio più sincero ringraziamento per il messaggio che ha voluto indirizzarmi nel momento in cui si accinge a partire per il suo Viaggio Apostolico nella Repubblica di Albania. La comunità internazionale guarda con grande interesse alla sua missione, la prima da ventuno anni in un Paese che ha da allora intrapreso un virtuoso percorso di consolidamento della democrazia e di avvicinamento alla famiglia europea e ai suoi valori" "Sono certo - prosegue il capo dello Stato - che la sua visita sarà di grande conforto a tutti coloro che in Albania, e non solo, dedicano la loro vita, anche a costo di dolorosi sacrifici, alla promozione del dialogo e della pace in una regione ancora percorsa da tensioni non completamente sopite. Mi è gradita l'occasione per rinnovarle i sensi della mia profonda stima e vicinanza".

A novembre a Strasburgo.
In serata il rientro a Roma. Il Pontefice ha fatto sapere che il 25 novembre andrà a Strasburgo per visitare il Consiglio d'Europa e il Parlamento Europeo. Lo ha precisato nella breve conferenza stampa che ha tenuto sull'aereo, tornando da Tirana. "Poi il 28 dello stesso mese - ha confermato - andrò in Turchia per essere alla festa del 30 con il patriarca Bartolomeo".