Valcamonica

Soldi a imprenditori in difficoltà, a giudizio

Un 60enne di Artogne rinviato a giudizio per usura ed estorsione. Per l'accusa prestava soldi a imprenditori anche al 10% al mese
Sessantenne di Artogne nei guai per usura ed estorsione
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Prestava soldi a imprenditori in difficoltà chiedendone poi la restituzione a tassi impossibili. Anche il 10% al mese secondo gli inquirenti. Da usuraio insomma. E proprio di usura, oltre che di estorsione, deve rispondere Giovanni Gigantini, 60enne camuno di Artogne che già un anno fa, nel dicembre 2013, era finito nei guai e in carcere, per frode, usura e riciclaggio, nell’ambito di un’inchiesta della Procura di Sondrio.

Ora la sua posizione è al vaglio dei magistrati bresciani con il fascicolo affidato al sostituto procuratore Alberto Rossi. Per ottenere il denaro prestato Gigantini minacciava anche le sue vittime: “Ti rompo la testa” ha detto in più di un’occasione a un imprenditore di Costa Volpino, nella Bergamasca, che lo ha denunciato e portato in Tribunale dove oggi è stato rinviato a giudizio, con il processo che avrà inizio nel nuovo anno.

Tra il dicembre 2006 e il gennaio 2007 Gigantini, secondo l’accusa,  prestò all’imprenditore bergamasco 50mila euro pretendo intressi del 10% al mese; nel 2010 prestò 50mila euro facendosene restituire, a suon di minacce, 80mila. Nel maggio 2010 invece a fronte di un prestito di 20mila l’imprenditore di Costa Volpino, tre giorni dopo fu costretto a restituirne 24.500.

Tanto, troppo anche per chi in difficoltà economica era pronto a tutto pur di salvare la propria azienda. Ma restituire soldi a tassi usurari era diventato ormai impossibile. 

 

 

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