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Scuole con amianto, a Reggio è primato

Scuole con amianto, a Reggio è primato

Sono 63 le strutture in provincia in cui è presente il materiale: ben 23 sono edifici scolastici. Ma il pericolo è limitato

14 novembre 2014
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REGGIO EMILIA. Sono ancora 63 i fabbricati pubblici o privati nella nostra provincia aperti al pubblico in cui è presente l'amianto. Il rischio di contrarvi un mesotelioma trascorrendovi anche molte ore al giorno è però quasi nullo. Tale fibra minerale, che può provocare la malattia dopo venti o trent’anni dall’esposizione, è stata messa al bando vent'anni fa, ma è tollerata nelle vecchie costruzioni finchè il materiale con cui è mescolato non si sfalda determinandone la dispersione nell'ambiente.

Fra questi immobili, censiti quest’anno in una specifica mappatura redatta dalla regione Emilia-Romagna, gli edifici scolastici sono ben 23, un numero così alto da collocare Reggio addirittura al primo posto in Italia. Nella maggior parte dei casi, però, il rischio è così limitato da farli definire al livello 5 di priorità, che significa la possibilità di rinviare a lungo gli interventi di rimozione dell'amianto.

Né a Reggio né nel resto della regione sono state individuate vere e proprie urgenze (priorità 1). Vi sono però nove priorità 2, che dovrebbero indurre i Comuni o gli altri enti proprietari a disporre in tempi ragionevoli i costosi lavori necessari per sostituire le coperture, le coibentazioni o i pavimenti contenenti amianto. Si tratta della scuola materna Landini di Bagnolo in Piano e di otto edifici di Reggio: la palestra della scuola elementare di via Allende, la scuola elementare Carducci di via Samarotto, la media Pertini, l'elementare monsignor Canossini di Sesso, la palestra della media Galilei in via Cassala, la fondazione Simonini in via Merulo, la palestra della Galilei a Massenzatico e la media Leonardo Da Vinci in viale Monte San Michele.

Il livello 5 si riferisce invece alla palestra della media di Boretto, alle scuole elementari Dante, Bergonzi, San Giovanni Bosco, Ferrari, Pezzani, Balletti, Tricolore, Bismantova e Gavasseto di Reggio, alle palestre di Coviolo e della Pertini, alle scuole comunali dell'infanzia Michelangelo e nido Arcobaleno, nonchè all'istituto Nobili.

La regione specifica che, oltre alla rimozione dell'amianto, sono consentiti anche l'incapsulamento con prodotti che formano una pellicola di protezione e il confinamento con barriere che isolano l'amianto dai locali praticabili. Il registro che quantifica la crescita del mesotelioma maligno in Emilia-Romagna è stato curato da Antonio Romanelli del servizio di medicina del lavoro dell'Ausl reggiana. «Nella nostra provincia - riferisce il dottor Romanelli - l'incidenza è di 4 casi ogni centomila abitanti. Negli ultimi vent'anni si sono ammalate di mesotelioma 321 persone, di cui 240 maschi. I casi definiti sono 268. In 211 la causa, perlopiù certa, ma talora probabile o possibile, è l'esposizione professionale degli addetti alla lavorazione dell'amianto. Vi sono poi 21 casi di tumore contratto dai loro familiari, quattro in cui l'origine della malattia è da cercare nell'ambiente e un caso extra lavorativo. La causa è ignota in 15 casi e improbabile in 16».

Luciano Salsi

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