White roof: tetti bianchi in città contro il riscaldamento climatico

Le foto dei tetti rivestite di calce bianca delle isole della Grecia fa ricordare le vacanze a molti dei nostri lettori. Ma le pareti e i tetti bianchi, tipici anche di molti paesi del Sud Italia, oltre ad essere caratteristici dei posti di mare assolati del bacino del mediterraneo, servono per ripararsi dal sole cocente dell'estate e a quanto pare, potrebbero ridurre significativamente le emissioni. E forse da una gita in Grecia o in Italia sarà venuto in mente ai ricercatori del National Center for Atmospheric Research (NCAR), l'idea di dipingere di bianco i tetti delle città.

Le foto dei tetti rivestite di calce bianca delle isole della Grecia fa ricordare le vacanze a molti dei nostri lettori. Ma le pareti e i tetti bianchi, tipici anche di molti paesi del Sud Italia, oltre ad essere caratteristici dei posti di mare assolati del bacino del mediterraneo, servono per ripararsi dal sole cocente dell’estate e a quanto pare, potrebbero ridurre significativamente le emissioni. E forse da una gita in Grecia o in Italia sarà venuto in mente ai ricercatori del National Center for Atmospheric Research (NCAR), l’idea di dipingere di bianco i tetti delle città.

Il progetto di ricerca è stato diretto da Keith Oleson che, assieme ai suoi collaboratori, ha implementato un programma informatico capace di simulare l’effetto sulla temperatura nelle abitazioni al cambiamento delle condizioni esterne, come tetti, muri, strade e spazi verdi. Questo è stato possibile grazie ad un altro software sviluppato precedentemente dal NCAR in grado di simulare i cambiamenti della temperatura del pianeta, il NCAR Based Community Climate System Model.

I risultati dello studio hanno messo in evidenza come se si colorassero i tetti di bianco, si otterrebbe una diminuzione della temperatura di circa mezzo grado Celsius. Il bianco è infatti quel colore capace di riflettere tutta la banda magnetica visibile della luce solare senza assorbirne la relativa frequenza elettromagnetica. In fisica le onde luminose sono infatti divise in intervalli in base alla lunghezza d’onda. Solo le lunghezze d’onda da 400 a 700 nm (1 nm = 10-9 m) sono in grado si stimolare la retina umana e quindi di essere viste. Un oggetto che ci appare nero assorbe la totalità delle lunghezze d’onda visibili, scaldandosi di più rispetto ad un oggetto che ci appare bianco, che invece le riflette tutte.

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Nello studio americano si evidenzia come le città siano particolarmente sensibili al riscaldamento rispetto ai paesi rurali perché gran parte dei suoi manufatti, strade, superfici degli immobili, tetti, mancanza di spazi verdi aperti e ampi, portano ad accumulare calore con aumenti della temperatura da 1 a 3 gradi Celsius rispetto alla campagna. I tetti bianchi potrebbero così riflettere nello spazio parte della luce, diminuendo la così detta “isola di calore” urbana del 33% e di conseguenza ridurre le emissioni di CO2 derivanti dai sistemi di condizionamento.

Una soluzione antica, dunque, ad un problema così attuale come quello dei cambiamenti climatici. Un ulteriore modello preso a prestito dalle campagne da esportare in città per renderl più vivibili. I white roof nelle città che erano stati indicati come panacea al global warming anche da Stephen Chu, segretario per l’energia di Barack Obama allo scorso Nobel Laureate Symposium la conferenza che ha visto raccolti intorno allo stesso tavolo un nutrito drappello di premi nobel in varie discipline insieme ai più grandi esperti di global warming per discutere del clima, possono ora contare su una base scientifica e matematica che ha testato la loro efficacia.

In particolare alcune città potrebbero beneficiare maggiormente dell’effetto “tetti bianchi” in base ai seguenti criteri:

  • Densità di tetti: più tetti ci sono, maggiore è il guadagno
  • Tipologia costruttiva: tetti che permettono una maggior penetrazione della luce solare all’interno dell’edificio sono meno efficaci nella schermatura
  • Localizzazione: l’impatto maggiore si ottiene in climi più caldi e con maggiore insolazione durante l’anno.

New York per esempio, assicurano gli scienziati, potrebbe ottenere dipingendo i suoi tetti di bianco, un beneficio di un grado in meno d’estate.

Tuttavia il programma messo a punto elabora le sue analisi su un modello di città informatico astratto, usando classi di densità di popolazione, tipologia urbane e costruttive che non tiene conto di tutte le variabili intervenienti in una vera città (Milano, Parigi o Praga …), ma Oleson e colleghi stanno pensando di mettere a punto il software per dare maggiori informazioni ai policy makers con l’obiettivo di ridurre il riscaldamento di gran parte delle metropoli mondiali.

Massimo Andriolo

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