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Colore, raffinatezza e qualità esaltano il Made in Italy. Il Bel Paese riparte dalla moda

Cala il sipario sulla fashion week milanese. Il tran tran della città meneghina tenta di rilassarsi, dopo giorni affaccendati tra stoffe pregiate e nuove silhouette. Basta code interminabili in prossimità delle location scelte dai grandi marchi per mostrare le nuove creazioni. Niente più ressa in piazza Vetra per riuscire a mettere gli occhi – e anche le braccia e le gambe già che ci siamo – sul fashion show targato “Philipe Plein”, il più esclusivo della settimana della moda milanese. Stop anche alle corse – con tanto di fiatone e ascelle pezzate – per non perdere la luce dei riflettori accesi sulle passerelle di “Kenzo” o “Moschino” e poi giungere puntuale e (non) fresca come una rosa dallo stilista emergente che una poltroncina su cui appoggiare il didietro te l’ha riservata.

La Settimana della Moda Donna 2014 lascia un’atmosfera che profuma di ottimismo e soddisfazioni. Anche i critici internazionali hanno deposto le armi di fronte a quello che si ritrovati davanti agli occhi.

La moda italiana, dopo anni di crisi, spending review e noiose collezioni monotematiche e prive di colore – conseguenze del restrittivo diktat economico – ha ritrovato il suo estro. Abiti chic, senza esagerazioni, indossabili anche, al di là delle passerelle, nella vita normale. Per la prima volta, dopo un periodo di grigiore, gli stilisti sembrano aver ritrovato tonalità vive che esulano dai banali colori basic.

Insomma, sottovoce si potrebbe addirittura parlare di ripresa. E pare proprio che l’Italia stia ripartendo, almeno per quanto riguarda la moda, nel modo migliore. Da “Armani”, a “Dolce e Gabbana”, passando per “Cavalli”, tutti hanno portato in passerella capi originali, funzionali ma allo stesso tempo di qualità.

Quello che stiamo cercando di dire è che la collezione donna della prossima stagione sarà essenziale, senza troppi fronzoli, ma allo stesso tempo di grande eleganze e comodità, un binomio per nulla scontato e che tanto sta a cuore alle donne. “Coccinelle” si apre allo street style, “Max Mara” a coloratissime giacche, “Bottega Veneta” a pellicce classicheggianti, anche la collezione di “Etro” è concentrata sul solito etno style ma stavolta super chic. Molti i tacchi vertiginosi, ma la vera new entry sono le scarpe basse, comode ed eleganti.

Ai primi non può rinunciare “Patricia Contreras” che nelle sue capsule collection di scarpe, disegnate per “Joshua Fenu”, racchiude l’eleganza dei centimetri e la ricchezza di materiali eccellenti. L’ex modella e oggi artista francese, al suo primo vernissage organizzato all’Hotel Boscolo di Milano, inoltre ha esposto una serie di quadri in stile pop art.

Insomma, il messaggio che arriva direttamente dalla Fashion Week milanese è quello di un paese vivo, che tra taglia e cuci, colori e sfumature, sta cercando di rimettersi in piedi. E se lo scorso anno, tra i volti noti della sfilata di Re Giorgio c’era anche Matteo Renzi, quest’anno il sindaco di Firenze ha avuto di meglio da fare tra i palazzi importanti della Capitale. Ma siamo certi che lo stilista gli ha perdonato l’assenza.

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