La Nuova Sardegna

Nuoro

I cacciatori: «Serve un piano faunistico»

di Stefania Vatieri
I cacciatori: «Serve un piano faunistico»

Il comitato provinciale di Nuoro all’attacco: «Siamo l’unica regione sprovvista di quello strumento»

03 luglio 2015
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NUORO. La Regione Sardegna nel mirino delle doppiette barbaricine. L’isola infatti detiene un primato: è l’unica regione d’Italia ancora sprovvista di un Piano regionale faunistico-venatorio. E dopo un’attesa lunga ventitré anni, il Comitato provinciale faunistico di Nuoro pretende l’immediata attuazione della legge nazionale numero 157 dell’11 febbraio 1992 (“Norme per la protezione della fauna selvatica omeoterma e per il prelievo venatorio”), con relativi Atc, ambiti territoriali di caccia, strumento indispensabile al fine dell’attuazione della gestione programmata di interventi faunistici e dell’attività venatoria, mediante il perseguimento di alcune condizioni fondamentali. «Un mese fa abbiamo fatto una riunione con il Comitato faunistico provinciale – spiega Lallo Manca, membro dello stesso Comitato –. E tutti, dai cacciatori agli ambientalisti fino ai naturalisti, all’unanimità abbiamo deciso di non prendere più in considerazione le istanze provenienti dal Comitato faunistico regionale perché a nostro parere sono illegittime, almeno fino a quando la Sardegna non si uniformerà agli Atc».

La vicenda si trascina ormai da anni con il malcontento generale di cacciatori, ambientalisti e naturalisti di Nuoro e provincia che non accettano di buon grado le migrazioni dei cacciatori campidanesi accusati di comportamenti predatori e disinteresse nella tutela dell’ecosistema barbaricino. Ma il vero problema è che ai cacciatori cagliaritani questa legge proprio non va giù, perché li costringerebbe a sparare solo nel territorio di appartenenza, ostacolando quindi il nomadismo praticato per lo più da loro. Sono 46mila i cacciatori di tutta la Sardegna, più della metà è rappresentato dal popolo venatorio di Cagliari, una maggioranza che in Regione fa sentire il suo peso, soprattutto quando si tratta di legiferare sull’argomento. «Il cuore della legge prevede che ogni cacciatore stia nel proprio ambito territoriale – prosegue Lallo Manca –. Conferendo ai comitati provinciali potere decisionale sull’emanazione dei Piani faunistici provinciali, della durata di cinque anni, dove vengono definiti i criteri faunistici e dell'attività venatoria. Ora invece a decidere è la Regione e tutte le nostre proposte sono state bocciate a beneficio delle esigenze dei cacciatori cagliaritani. D’altronde si sa, il raglio d’asino non va in cielo».

Ma a preoccupare il Comitato provinciale nuorese è anche la questione dei censimenti della selvaggina in Sardegna «noi siamo per il rispetto assoluto degli ecosistemi – spiega Lallo Manca –. Ci sono delle specie che hanno bisogno di essere tutelate, come la pernice e la lepre. Sono anni che ci battiamo perché chiudano i calendari venatori di queste specie».

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