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Strage di animali all'Oasi di Spinea: "Una barbarie inaudita, troverò chi l’ha fatto"

La rabbia di Enrico Piva, responsabile dell’associazione "Sos Natura", davanti agli oltre cento esemplari uccisi nella notte di sabato: "Se è opera di un umano, dovrà pagare". La solidarietà della città

Filippo De Gaspari
2 minuti di lettura
Una minima parte degli animali uccisi raccolti in una cassetta dopo la mattanza (foto Pòrcile) 

SPINEA. «Prima o dopo ti trovo». Sguardo minaccioso e dito puntato verso l’obiettivo della telecamera del suo smartphone, anche se il cuore, in realtà, sotto il logo dell’associazione “Sos Natura”, è pieno di disperazione.

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Enrico Piva, responsabile dell'Oasi di Spinea, affida a un video-selfie le sensazioni di una domenica che non dimenticherà mai. «Qualcuno dice che è stata una volpe, ma questi sono stati schiacciati con il piede», afferma mentre mostra la mattanza. La voce è un misto di rabbia e commozione. Una vita spesa per gli animali quella di Piva. Capello lungo, pizzetto biondo, Piva frena a stento lo sfogo.

Nel suo video-denuncia girato subito dopo la scoperta della mattanza, si vedono soprattutto coniglietti e porcellini d’india sparsi nel terreno, senza vita, alcuni con vistose ferite alla testa. Gli animali vivevano in graziose casette di legno e plastica, in recinti di pali di legno, anatroccoli e oche in uno piccolo stagno al centro del prato. Oggi quell’oasi è teatro di una strage orribile. I volontari lavorano per recuperare tutti gli animali, pulire il sangue, eliminare i segni dello sfregio. C’è subito la voglia di ripartire, anche perché nuovi trovatelli busseranno preso alle porte di “Sos Natura”. Piva inquadra i superstiti, un cigno, una papera e un anatroccolo, l’unico rimasto.

Ecco il video-selfie postato su Facebook dal responsabile dell'Oasi, Enrico Piva, in cui denuncia la mattanza ai danni dei piccoli ospiti della struttura. Attenzione: le immagini possono turbare la sensibilità del lettore.

«Ne sono rimasti ben pochi», continua Piva, «sono disperato, cosa devo fare adesso?». La telecamera spazia a 360 gradi, mostra tutto lo spazio dell’oasi e il teatro della strage. Poi gira il telefonino, fissa l’obiettivo e si rivolge direttamente al macellaio dei suoi animali: «Se è l’opera di un umano, sappi che prima o poi ti trovo. E ti faccio fare la stessa fine: non mi interessa se mi mettono in carcere, devi pagare per questo».

Intanto a Spinea lo sdegno per la strage di via Unità è generale. Domenica la notizia della mattanza nella sede di “Sos Natura” si diffonde in fretta. Arrivano prima le notizie, poi le raccapriccianti immagini, i video che mostrano gli animali morti, il luogo della strage, la disperazione dei volontari. Fortunatamente c’è insieme anche la voglia di rialzarsi e di ripartire. Ma Spinea grida soprattutto vendetta. E non solo dal fronte animalista. Molti avvertono: «Non finisce qui», altri ipotizzano di farsi giustizia da sé e per giunta sommaria. « La bestia sta su due zampe e si chiama uomo», è uno dei commenti. «Tolleranza zero», chiedono molti altri.

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Tra i primi a denunciare l’accaduto c’è Mauro Armelao, consigliere comunale del gruppo misto: «Pregate che Enrico Piva non vi trovi. Tutti devono sapere che gente c’è in circolazione. Tutto questo accade qui, a Spinea: serve tolleranza zero, altro che indulti e sconti di pena. Si vergognino di esistere». Gli fa eco Massimo De Pieri, Movimento 5 Stelle: «Vigliacchi, senza cuore e senza rispetto. Spero che vengano presi e puniti in modo esemplare». Ma tanti commentano sdegnati il video-denuncia di Piva: «Dispiace veramente per Enrico. Soprattutto perché è inutile crescere altri animali col pericolo che i delitti si ripetano. Spero che le forze dell’ordine trovino questi sciagurati», afferma un cittadino. Gli fa eco un altro: «Io spero invece che li trovi Enrico e faccia ciò che ha promesso di fare. La legge purtroppo non renderebbe giustizia a quelle povere vittime né a chi le accudiva». La solidarietà va oltre il fronte animalista: si muove il mondo dell’associazionismo e del volontariato. Sul posto si sono portati anche molti responsabili di organizzazioni e comitati locali, che si sono offerti di aiutare Enrico Piva e il padre Giancarlo, che da anni sostengono a proprie spese e a titolo volontario l’associazione: tra questi Occhio Spinea e il comitato Cani Spinea, il primo in prima linea nel denunciare il degrado ed episodi di insicurezza in città, il secondo a fianco dei proprietari di animali. Entrambi giurano di voler affiancare Piva nel trovare il colpevole, alzando il livello di sorveglianza in città e aiutando “Sos Natura” a ripartire. Sul fatto indagano i carabinieri di Spinea e Mirano, che hanno ascoltato a lungo Piva e indirizzato già le indagini.

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