Il Tirreno

Banca Etruria, 35mila toscani hanno perso tutto

di Alfredo Faetti
Banca Etruria, 35mila toscani hanno perso tutto

Nella notte del decreto "salva banche" in Toscana si sono volatilizzati 300 milioni di azioni e obbligazioni. All’Etruria la perdita media è di 15-20mila euro a cliente: «Ora chi lo dice a mio padre?»

29 novembre 2015
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In una sola notte, sono spariti circa 300 milioni di euro. Tanti soldi, in buona parte risparmi che le famiglie avevano messo da parte con fatica per avere una vecchiaia tranquilla, oppure per un progetto o per i figli. In Toscana parliamo di 35mila persone coinvolte. Sogni infranti, che lasciano spazio a un senso di disorientamento e incredulità, accompagnato da una buona dose di rabbia. Sono queste le sensazioni che corrono sotto pelle ai risparmiatori che avevano affidato i loro risparmi alla “vecchia” Banca dell’Etruria e del Lazio, vedendoli sparire domenica quando è nata la Nuova Banca Etruria: praticamente la stessa, ma senza perdite e con un capitale ricostituito da 442 milioni di euro.

Un’operazione figlia del bail-in, la nuova direttiva europea che prevede il salvataggio degli istituti di credito coprendo le perdite con i capitali degli azionisti e degli obbligazionisti, adottata da Bankitalia e dall’Unione Europea e ratificata dal governo per riportare a galla l’ente aretino, insieme ad altri tre: la Banca delle Marche, Cassa di Ferrara e CariChieti. Così l’istituto è stato salvato con un capitale fresco di 442 milioni di euro, con buona pace degli azionisti, quasi tutti inconsapevoli dei rischi che correvano.

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CHI LO DICE A MIO PADRE?

«Chi glielo dice a mio padre che abbiamo perso tutto?» scrive un uomo in una lettera indirizzata alla Federconsumatori, dove le segnalazioni in questi giorni non si contano. «Non riusciamo a staccarci dal telefono» ammettono dall’associazione. Ma va peggio nelle 84 filiali toscane di Banca Etruria, prese d’assalto dai propri azionisti. Prendiamo ad esempio Venturina, nel Livornese, dove i risparmiatori si sono riversati inferociti agli sportelli, sentendosi rispondere che sì, il loro denaro è sparito. Se ci spostiamo poi a Vitolini, piccola frazione di Vinci, la situazione è ancora più drammatica perché, oltre alle Poste, l’unica banca in paese è l’Etruria. Venerdì 27 è stata invasa dai risparmiatori, che non hanno lesinato anche parole grosse nei confronti della direzione.

CI SIAMO FIDATI

Ma come è potuto accadere? Andiamo ad Arezzo, patria natia della banca, dove il caso di una signora è l’esempio calzante. «Ci siamo fidati, Etruria era la nostra banca da trenta anni, avevamo lì il conto corrente, la pensione – racconta la donna – e invece hanno approfittato della nostra fiducia». Lei e suo marito avevano delle obbligazioni ordinarie con un tasso d’interesse del 2 per cento e prima che scadessero, nel 2013, la banca propose di convertirle in obbligazioni subordinate con un tasso al 5 per cento a scadenza nel 2023; poi, a febbraio, quando l’istituto è stato commissariato per tamponare una crisi senza precedenti, la coppia aretina ne chiese il rimborso, sentendosi rispondere picche perché il mercato è rimasto bloccato. Così sono passati i mesi e domenica è arrivato il bail-in.

UN BAGNO DI SANGUE

«Un bagno di sangue» dicono le associazioni in coro: il 60 per cento delle azioni Banca Etruria sono in Toscana, per un equivalente di circa trentamila persone, a cui si aggiungono i cinquemila obbligazionisti. Il calcolo stimato delle perdite nella nostra regione è di 300 milioni, una media di 8.500 euro a risparmiatore che raggiungono secondo le associazioni dei consumatori i 15-20mila euro se si aggiungono gli interessi che ciascuno di loro avrebbe potuto vantare.

Sui moli di Porto Santo Stefano, all’Argentario, c’è un pensionato che passeggia pensieroso. Ha sessantacinque anni ed è cliente di Banca Etruria dal 1978. «Io sono un operaio in pensione che si fidava della gente che aveva davanti – spiega – ma nessuno mi ha detto dei rischi che stavo correndo. Anzi, gli operatori della banca mi parlavano di un rischio medio-basso». Il suo pacchetto d’investimenti nell’istituto di credito ammontava a 70.000 euro, suddivisi tra due fondi (uno di 55.000 euro e un altro di 15.000) più 6.000 euro di azioni, a cui si aggiungono quelle dei figli. Oggi non valgono più nulla. «Erano tutti i miei risparmi – dice il pensionato – Ora devo mandare avanti la famiglia solo con la pensione». (Investe in titoli e perde tutto)

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VERSO UN ESPOSTO

«Verifichiamo se ci sono i margini per l'intervento dei magistrati – dicono da Federconsumatori – stiamo raccogliendo dati per un esposto in procura. E bisogna capire con le istituzioni se può emergere un soggetto terzo per attivare forme conciliative».

I NUMERI DELLA LA BANCA ETRURIA

  • 186 gli sportelli in Italia
  • 84 gli sportelli in Toscana
  • 60.0000 gli azionisti in Italia
  • 30.000 gli azionisti in Toscana
  • 5.000 gli obbligazionisti
  • 300 milioni gli euro persi tra azionisti e obbligazionisti
  • 8.500 gli euro persi in media per ciascun azionista o obbligazionista toscano
  • 15-20mila euro persi in media da ciascun azionista/obbligazionista secondo la stima delle associazioni dei consumatori, se si calcolano anche gli interessi mancati

Aggiunta del 30 novembre: nel calcolo della media di 15-20mila euro, le associazioni dei consumatori hanno tenuto conto anche degli interessi che ogni risparmiatore avrebbe potuto vantare. Un elemento che precisiamo meglio dopo le sollecitazioni di chiarimento dei lettori tra i commenti a questa stessa pagina.

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