Gli albergatori dichiarano guerra ai grandi portali delle prenotazioni. Il primo confronto era stato ad aprile quando l’antitrust ha trovato una soluzione salomonica che non ha affatto accontentato Federalberghi. E adesso inizia la seconda battaglia con la sfida aperta a Booking.com e i suoi fratelli. Una campagna mediatica estiva, «Fatti furbo», lanciata da Federalberghi nazionale dopo aver presentato ricorso al Tar del Lazio contro la decisione dell’Antitrust, le cui nuove regole sono entrate in vigore dal 1 luglio 2015. Booking ha accettato di limitare le clausole sui prezzi nei contratti con le strutture alberghiere limitandosi a pretendere che non ci siano condizioni migliori sui siti web, lasciando invece piena libertà agli hotel sulle offerte praticate sulle altre piattaforme di prenotazione online o direttamente attraverso l’ufficio di prenotazioni interno, oltre che nei programmi di fidelizzazione. Peccato che alla prova pratica, almeno per ora, i portali si rivelino ancora più chiari ed economici.

L’impegno non basta

Sia come sia, l’impegno ottenuto finora non basta secondo gli albergatori, stufi di pagare commissioni ai portali, e decisi a rivolgersi direttamente ai clienti: «Fatevi furbi e chiamateci direttamente». «In attesa che, come in Francia, si arrivi all’abolizione per legge delle clausole che impediscono di proporre in chiaro sul sito del proprio hotel soluzioni più vantaggiose di quelle imposte dalle multinazionali dell’intermediazione - dice il presidente di Federalberghi Roma Giuseppe Roscioli - invitiamo chiunque voglia soggiornare a Roma a contattare direttamente le strutture». E ancora: «Contattando direttamente l’hotel si può superare lo strapotere tariffario dei portali e ottenere prezzi più convenienti; sui siti degli alberghi è inoltre possibile trovare anche condizioni migliori sotto forma di facilities».

La prova dei fatti

Ma alla prova dei fatti le cose ancora non funzionano benissimo. Prima di tutto perchè è più veloce accedere a un portale web che arrivare a parlare con un addetto alle prenotazioni di un albergo. E poi perchè spesso chi risponde non sa niente della campagna. E chi la conosce alla fine offre spesso lo stesso prezzo di Booking. Che è come dire: chiamate direttamente noi così ci fate un favore ed evitiamo di pagare la commissione di intermediazione. Ma il senso dovrebbe essere un altro: chiamate noi che risparmiamo entrambi. La logica vorrebbe che la commissione risparmiata debba essere spartita tra albergo e cliente. Ma ancora non è molto chiaro a chi risponde.

All’Hotel Ambasciatori di Via Veneto una gentile signorina risponde, a chi gli fa notare che su Booking si trova un’offerta più vantaggiosa di quella fatta da lei, che Booking «non si può esporre a fare tariffe inferiori». E che «comunque le offerte cambiano continuamente». Insomma nessuna certezza. E e se si vuole avere una offerta personalizzata «occorre scrivere una mail con tutti i dati». «Solo così saremo in grado di proporle un trattamento speciale». Ma come e «fatti furbo?». Stessa storia della mail anche all’hotel Piazza Venezia. Ma la velocità della risposta lascia a desiderare. Ancora aspettiamo.

Qualcuno ha pronosticato un effetto boomerang, ma Roscioli è convinto che la campagna funzionerà.«Esortiamo quindi tutti coloro che intendono recarsi a Roma a stabilire un contatto diretto con gli alberghi. È il modo più semplice e logico per risparmiare viaggiando meglio». A patto che prima avverta anche il personale degli alberghi addetto alle prenotazioni.

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