Napoli

Cilento, è caccia libera ai cinghiali

Dopo la tragedia di Cefalù, Eduardo Doddato, primo cittadino di Ottati, vara l’ordinanza che autorizza abbattimenti per 45 giorni

2 minuti di lettura
Via libera alla caccia ai cinghiali. E' la risposta del sindaco di Ottati, un piccolo paese del Cilento, alla tragedia di Cefalù, dove l'attacco di un suide è costato la vita a un settantasettenne, Salvatore Rinaudo.  Attraverso il suo profilo Facebook, Eduardo Doddato, primo cittadino di Ottati, dichiara di volersi assumere "la responsabilità di autorizzare la caccia ai cinghiali per 45 giorni nei terreni limitrofi e confinanti del centro abitato".

E aggiunge: "Me ne assumo tutta la responsabilità prima che succeda qualcosa ai miei concittadini, visto che i cinghiali passeggiano per il paese indisturbati e nella notte circondano le case entrando in tutti i giardini o i terreni ad essi confinanti". Doddato rivela anche di aspettarsi, per la sua decisione, "un bell'avviso di garanzia. Meglio un avviso di garanzia e tutti vivi  -  sottolinea - che un applauso ad un morto".
[[ge:rep-locali:rep-napoli:120757148]]
Il sindaco di Ottati, un comune di appena 651 abitanti, allega anche il testo dell'ordinanza, appena firmata, nel quale si segnala che "negli ultimi giorni sono pervenute ripetute allarmanti segnalazioni per l'avvistamento sul territorio comunale e segnatamente all'interno del centro abitato di branchi di cinghiali sempre più numerosi e di varie dimensioni".

"Da più tempo  -  prosegue Doddato - i proprietari e conduttori di terreni agricoli denunciano ripetute devastazioni di colture causate dalle scorrerie di torme innumerevoli di detti animali, con danni incalcolabili alle varie coltivazioni frutto di attività lavorativa, con le conseguenti negative ripercussioni sulla già asfittica economia locale".

Quanto basta, secondo il sindaco, affinché la presenza dei cinghiali venga "percepita come vera e propria minaccia anche o soprattutto all'incolumità personale". In Cilento, si legge nell'ordinanza annunciata dal primo cittadino, "la presenza di torme di cinghiali oltre ad arrecare danni alle proprietà private con la devastazione di campi coltivati e ormai all'interno e vicinanze dell'abitato a orti e giardini, compromettono anche proprietà pubbliche con danneggiamenti alla rete viaria, mentre in più casi hanno procurato incidenti stradali a causa di improvvisi attraversamenti di tratti di strade con i relativi danneggiamenti di autovetture e pericolo per la stessa incolumità dei conducenti".

Così, visto che "tale presenza provoca panico non di rado incontrollato nella cittadinanza tutta e, in mancanza di provvedimenti, potrebbe dare luogo a reazioni con iniziative illegali e istintive da parte di privati cittadini", il sindaco Doddato definisce inderogabile un intervento ai fini della tutela sella sicurezza e dell'incolumità delle persone. Come? "Con l'unico espediente riparatore e giustificato consistente nella cattura e abbattimento di detti animali, per un periodo temporaneo in ragione, per tramite degli agenti della Polizia Provinciale, "i quali potranno avvalersi dei proprietari o conduttori dei fondi muniti di licenza di porto d'armi, delle guardie venatorie volontarie, o dei cacciatori residenti nel Comune e/o autorizzati ai sensi delle normative vigenti in materia".

E i capi abbattuti, si legge nell'ordinanza, "verranno condotti presso le macellerie locali e successivamente destinati per scopi sociali".

Un intervento, quello del sindaco di Ottati, che non mancherà di suscitare un polverone tra gli animalisti. Già nei mesi scorsi, peraltro, la Lav di Salerno era intervenuta con forza sui programmi di ridimensionamento della popolazione di cinghiali nel Parco nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni, annunciando: "Siamo pronti a schierarci con ogni mezzo dalla parte dei cinghiali per evitare l'ennesimo massacro. Far scomparire il cinghiale comprometterebbe l'intera catena alimentare naturale. Si legge che qualche esemplare ha più volte creato danni alla comunità e agli agricoltori. Di quali danni si parla? In realtà ancora una volta è in gioco il mero interesse economico: i cacciatori ottengono remunerazioni per le prede uccise, i ristoratori portano in tavola piatti a base di cinghiale, si festeggia con sagre e le amministrazioni hanno così risolto il problema". Ora, però, l'onda emotiva legata alla tragedia di Cefalù ha fatto precipitare la situazione. E il sindaco di Ottati sembra fare sul serio.