Il primo club per investire sulla blockchain

La piattaforma Siamosoci, che avvicina startup e business angel, punta sulla tecnologia alla base dei Bitcoin

Una parte dell’interesse e degli investimenti nelle startup fintech dell’ultimo anno – un miliardo di dollari – sono andati verso idee fondate sul meccanismo della blockchain. Quello alla base del successo della criptovaluta Bitcoin e in fondo allargabile a infinite altre applicazioni relazionali, nelle quali uno scambio o un’azione necessitino di essere certificate senza l’intervento di una parte terza. Perché è l’intera rete di macchine che registra e controlla quanto accaduto garantendone la non replicabilità e la correttezza.

Per capirlo meglio, si potrebbe pensare a un libro mastro di informazioni distribuito in un network peer-to-peer nel quale alcuni nodi si occupano di questo lavoro di verifica e registrazione. Il segreto della sicurezza? Cercare di “scalare” questa rete porterebbe all’azzeramento del valore o delle informazioni verificate. Dunque non converrebbe a nessuno dei soggetti coinvolti.

A riprova dell’interesse per questa sorta di applicazione del peer-to-peer allo scambio verificato di azioni in rete c’è per esempio il consorzio di 25 grandi istituti di credito mondiali che hanno creato la startup R3 per studiare soluzioni applicabili. Ora SiamoSoci, la piattaforma italiana per l’incontro tra investitori e startup, lancia un “club”, una sorta di gruppo d’investimento per promuovere la crescita delle giovani società che sviluppino servizi legati a questa tecnologia.

Blockchain Club, questo il nome del progetto realizzato insieme a Blockchainlab, è rivolto a business angel e investitori e, per come la spiegano, offre la possibilità di infilarsi in un treno paragonabile a quello che accompagnò l’esplosione di Google, Paypal o Amazon alla fine degli anni Novanta. “Una tecnologia che impatterà sulle nostre vite tanto quanto Internet, e l'opportunità di investire sulle aziende che cambieranno il mondo. Ecco perché abbiamo dato vita al club” ha spiegato Dario Giudici, Ceo di SiamoSoci.

D’altronde il settore fintech è in netta crescita: + 300% nel 2015 rispetto al 2014, quest’anno si procederà sulla stessa linea. E-commerce, pagamenti in mobilità, servizi bancari: ogni aspetto può giovarsi della blockchain, che è poi niente di più dell’applicazione del concetto di disintermediazione che sta rimodellando la realtà concreta sotto l’etichetta della sharing economy alle transazioni di qualsiasi tipo. Come con i Bitcoin, ogni volta che avviene uno scambio la rete verifica e certifica l’operazione registrandola in una catena di informazioni consultabile da chiunque, ma impossibile da violare, così può accadere con un passaggio di proprietà, un atto notarile, perfino un’elezione politica. Titoli, beni o diritti, molti aspetti possono sfruttare questo meccanismo per schivare la corruttibilità di sistemi in mano a pochi soggetti fuori controllo.

Attraverso l’applicazione della tecnologia Blockchain iniziamo un processo che potrebbe rivoluzionare il cuore del mercato dei capitali. Ci saranno profondi cambiamenti nelle soluzioni e nelle funzioni amministrative divenute obsolete” ha detto Bob Greifeld, Ceo di Nasdaq, lo scorso 30 dicembre al debutto di Nasdaq Linq, il servizio per la negoziazione di titoli obbligazionari basato sulla blockchain. La mutazione in corso è dunque arrivata al cuore del capitalismo mondiale.

Dopo Cryptoclub SiamoSoci punta ancora sulle realtà imprenditoriali italiane e internazionali basate sulla blockchain. Finanziato da stakeholder come Intesa SanPaolo e Azimut, il team di esperti riconosciuti a livello internazionale selezionerà e valuterà i progetti, i prototipi e le startup più promettenti di questo settore. L’obiettivo è raccogliere cinque milioni di euro e avvicinare i privati a una tecnologia altrimenti di difficile accesso.

L’impresa durerà dieci anni e investirà in una trentina di startup a diversi livelli di sviluppo, già attive sul mercato e con risultati significativi in termini di crescita impegnate su più fronti, dal wallet al trading passando dal notarile all’amministrativo. Sono già in corso trattative con alcune aziende come Eternity Wall, The Rock Trading, Helperbit – che velocizza il processo di distribuzione di aiuti umanitari – Clipperz o Merkur.io.