A un mese e mezzo dall’apertura della stagione venatoria, il presidente dell’Ambito di caccia Biella 1, Giovanni Caristia, va all’attacco degli agricoltori e delle istituzioni, accusati di collaborare poco per arginare le scorribande dei cinghiali. Caristia definisce «inadeguate» le contromisure adottate sino ad oggi per il contenimento dei danni alle colture, e per l’immediato futuro si augura l’adozione di provvedimenti più efficaci. «Dall’inizio dell’anno abbiamo fatto una ventina di uscite mirate per abbattimenti, uccidendo solo 3 cinghiali - spiega -. Il piano provinciale di contenimento dei cinghiali 2014-2016 prevede l’utilizzo di una piccola squadra composta da 2 persone armate, un cane ed una guardia. Mi spiegate come possiamo, con questi pochi mezzi, chiudere un’area e provare ad abbattere i cinghiali? Abbiamo chiesto all’Ispra l’utilizzo di almeno 12 persone armate con almeno 4-5 cani per avere maggiori risultati, vedremo se la Provincia ci darà il benestare». Sul tema del contenimento dei danni, Caristia spiega che lo sforzo è massimo: si è passati dai 280 mila euro del 2013 ai 140 mila euro del 2014, mentre ad oggi si registrano devastazioni alle colture per 45 mila euro.

L’articolo completo su La Stampa in edicola.

I commenti dei lettori