Un additivo dal benzene in caramelle e succhi di frutta

tartaric0Ancora un allarme per una sospetta 'sofisticazione' alimentare, e questa volta per una sostanza usata in moltissimi prodotti di largo consumo: l'Acido tartarico. Un additivo di origine naturale, al quale però si sta sostituendo, sul mercato, un pericoloso concorrente a basso costo proveniente dall'Asia. Un sostitutivo derivante addirittura dal benzene, i cui effetti tossici e cancerogeni sono noti da tempo.

C'è preoccupazione, quindi, soprattutto tra gli enti che si occupano di tutela dei consumatori, su un nuovo possibile pericolo alimentare derivante dall'uso di questa sostanza, che serve a bilanciare l'acidità di tanti prodotti alimentari. Da sempre infatti il 'tartarico naturale' è impiegato nei dentifrici, i farmaci, il latte per neonati, le caramelle, le marmellate e i succhi di frutta. Si usa, inoltre, negli agenti lievitanti per pane e dolci come antiossidante ed emulsionante. Nel vino, per equilibrarne l'acidità.

Per ottenerlo si partiva dagli scarti di lavorazione delle uve nella produzione enologica - ove è presente in forma di sale di potassio - e non a caso l'Italia è il maggiore produttore al mondo di Acido tartarico naturale. Ora però si starebbe imponendo, sul mercato, quello molto più economico prodotto artificialmente con un metodo di sintesi che prevede l'intervento di Ogm e l'uso di derivati del Benzene, come denuncia GreatItalianFoodTrade.it, sito che promuove la qualità del cibo made in Italy. Tecnicamente si tratta di un acido tartarico sintetico, di origine asiatica, derivato dall'anidride maleica, a sua volta ottenuta per ossidazione del benzene o del n-butano attraverso una fermentazione con un enzima modificato geneticamente.

Perplessità è stata espressa anche da Paolo De Castro, coordinatore S&D della Commissione Agricoltura dell'Europarlamento, che ha appena presentato alla Commissione europea un'interrogazione: "Ho chiesto ragguagli urgenti alla Commissione Agricoltura e sviluppo rurale di cui faccio parte - ha spiegato De Castro - Siamo stati avvisati di questa situazione dalle filiere produttive e deve essere fatta chiarezza al più presto. É assolutamente necessario ed urgente che la Commissione Europea autorizzi ulteriori studi per esaminare innanzitutto il profilo di sicurezza dell'acido tartarico sintetico per poi valutare se questo non debba essere escluso quantomeno dagli usi alimentari e farmaceutici". E, ha  aggiunto, "alla tutela della salute dei cittadini, si affianca il problema della concorrenza sleale subita dalle imprese produttrici di acido tartarico naturale europee, in particolare quelle italiane, che sono costrette a sopportare costi di produzione molto più alti legati alla stringente normativa europea in materia ambientale e di sicurezza sul lavoro".

"L'acido tartarico naturale - spiega l'avvocato Dario Dongo, esperto di diritto alimentare - è davvero una sostanza diffusa, che finisce sulla nostra tavola e a contatto con noi in altri modi tutti i giorni. Sostituirla con qualcosa di pericoloso è davvero preoccupante. Già nel 1977 studi dimostravano che quello sintetico si accumula nei reni portandoli a nefrosi e il Comitato scientifico dell'Alimentazione umana ne aveva escluso l'utilizzo negli alimenti, in Europa, nel 1991. Ma i recenti regolamenti europei sull' utilizzo degli additivi negli alimenti non distinguono tra il naturale e il sintetico esponendoci al rischio. Su questo la legislazione Comunitaria, da sempre attenta alla salute dei consumatori, deve subito correre ai ripari. Basti pensare che paradossalmente il regolamento UE 872/12, che non determina regole per il tartarico di sintesi negli alimenti, lo vieta invece negli oggetti di materia plastica destinati a venire a contatto con gli alimenti, poiché ancora si basa su studi che risalgono a un'era anteriore".

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