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lunedì 9 marzo 2015

Impressioni di lettura: L'Aleph di Jorge Luis Borges

È davvero molto tempo che volevo leggere questo libro e finalmente è arrivata l'occasione giusta quando Amazon mi ha offerto un buono premio dopo l'acquisto di non-ricordo-più-cosa. Così ne ho approfittato per comprare, dopo tanto tempo, un libro di carta, e la mia scelta è ricaduta su Borges.

Tante volte mio zio me ne aveva consigliato la lettura, raccontandomi con parole suggestive ed evidenti emozioni la sua ammirazione per questo particolare libro. Così mi sono accinto a leggerlo forse con eccessive aspettative.

Ora che ho finito anche l'ultimo dei racconti che vi sono contenuti e cerco di tirare le somme, devo confessare di trovarmi in qualche imbarazzo. Il libro mi è piaciuto, alcuni dei racconti più di altri, tutti comunque mi hanno colpito in qualche modo. La cosa che però mi ha lasciato, non dico deluso, ma insoddisfatto, è la mia incapacità di cogliere tutto lo spessore e tutti i livelli che nei racconti l'autore ha voluto inserire, forse per gioco o forse per amore. 

Soffro, perché non ho la cultura necessaria per apprezzare, né sono abbastanza ignorante per non intuire ciò che mi è precluso dalle mie mancanze. E aggiungo, non ho la pazienza per fare la necessaria ricerca, spendere il tempo che ci vorrebbe e arrivare a scavare ogni angolino, riferimento, allusione, scherzo, che intuisco, a volte capisco ma più spesso non riesco a comprendere.

Anche così comunque c'è di che pensare e i racconti colpiscono nel segno. In fondo il tema è di quelli che fanno riflettere. Il continuo gioco del chi è chi, la domanda che ognuno si pone sulla realtà, sono giocati da Borges con abilità. Ci blandisce e poi ci schiaffeggia, ci prende un po' in giro, temo, ma al tempo stesso ci diverte.

Non mi resta che rassegnarmi e magari sperare che un giorno trovi la voglia e il tempo per indagare oltre. Del resto, si dovrà rassegnare anche mio zio, io così non scriverò mai, non perché non ne avrei voglia, ma perché non ne ho la forza e lo spessore. Ma è giusto così, ci sarà posto al mondo anche per noi semplici umani .-)

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