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Hollywood non ha gradito la decisione di “Sony Pictures” di cancellare l’uscita del film “The Interview”, prevista per il giorno di Natale. Molti lo hanno ritenuto un atto di codardia, una vittoria dei pirati informatici (e del regime nordcoreano), e hanno espresso le loro posizioni sui social media.
Il regista Michael Moore scrive su “Twitter”: «Cari hacker, ora che voi gestite Hollywood, vi chiedo di produrre meno commedie romantiche, meno film di Michael Bay e nessun altro “Transformers”». Piers Morgan commenta: «E’ una commedia sul peggiore tiranno del mondo. E Hollywood ha ceduto a un po’ di bullismo? Incredibile. Qual è il primo emendamento americano?». Libertà di parola.
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Concorda Jimmy Kimmel: «E’ un atto di codardia che convalida le azioni terroriste e crea un terribile precedente». L’attore Rob Lowe sostiene che annullare l’uscita del film è come se l’Europa si consegnasse a Hitler: «Oggi ho incontrato Seth Rogen all’aeroporto. Nessuno di noi ha mai visto o sentito una cosa del genere. Hollywood oggi ha reso orgoglioso Neville Chamberlain».
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Judd Apatow, che ha diretto Seth Rogen e James Franco in molti film, ha twittato: “E’ garantito che questo film lo vedrà più gente di quanto previsto. Lo vedremo tutti, legalmente o illegalmente». Aggiunge Aaron Sorkin, sceneggiatore e produttore della pellicola: «Oggi l’America soccombe a un attacco senza precedenti e viola uno dei nostri principi fondamentali».
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Intanto il “New York Daily News” posta le foto di James Franco che ha iniziato a girare con una guardia del corpo il doppio di lui. Non è il tipo di persona che assolda la sicurezza. Franco di solito si sposta da solo e in metropolitana.
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